Ci sono differenze ma pure innegabili parallelismi con la situazione interna alla Comunità nazionale italiana nel “lontano 1988” quando - spiega Juri - un gruppo di connazionali dissidenti mise in discussione la sudditanza nei confronti del potere della classe dirigente minoritaria. Tra le analogie - come scrive il commento- oltre che al silenzio di Žiža nei dibattiti su questioni fondamentali per l’intera società ci sarebbe “la poca trasparenza delle decisioni politiche che il deputato prende in merito alle tante questioni che attanagliano il paese, nonché il suo acritico asservimento al governo attuale e alle scelte infauste di quest'ultimo per lo stato di diritto, la democrazia , la libertà di stampa e la collocazione geopolitica della Slovenia, che si ritrova alleata di governi illiberali e sovranisti“.
Se da una parte è comprensibile - spiega Juri - il dialogo con il governo e l’assenza di pregiudizi per un contratto di diversi milioni che offre opportunità alle istituzioni Comunità nazionale italiana, dall’altra non può passare inosservato quando a livello politico nazionale si preme il pulsante del voto per questa o quella legge, emendamento o mozione di sfiducia. “Quando ci sono in gioco le sorti del paese bisogna rispondere a chi ci chiede come mai il nostro deputato appoggia l’orbanizzazione della Slovenia” fa capire Juri rilevando la validità delle questioni poste dal presidente dell’ Unione Italiana. “Maurizio Tremul, a suo dire certamente “non è un politico di sinistra”, ma che ha posto - "in termini moderati- delle domande più che legittime". "Spero che la società civile della nostra comunità saprà schierarsi a favore di una maggior trasparenza e di quella dignità che tutti ci attendiamo da chi ci rappresenta” scrive Franco Juri nella lettera inviata ai mass media.
Lionella Pausin Acquavita