"Dirmi soddisfatto è troppo poco per esprimere tutta la mia gratitudine agli amici istriani per questa iniziativa", esordisce così Ettore Beggiato che si dichiara emozionato per la dimostrazione di attenzione e gratitudine, e dice: "Trent'anni sono un periodo importante, in pratica più di una generazione e il fatto che ancora tanta gente, tanti amici, tanti fratelli in Istria si ricordino di questa legge e pure di me mi riempie di orgoglio e mi emoziona veramente".
Autore di vari libri, consigliere regionale dal 1985 al 2000, Presidente onorario dell'Associazione Veneti nel Mondo, fu proprio nel biennio 1993-95 - in cui ricoprì la carica di assessore ai rapporti con i veneti nel mondo - che maturò l'idea della normativa regionale volta al recupero e valorizzazione del patrimonio veneto in Istria e Dalmazia. "C'è sempre stato da parte mia un atteggiamento, un sentimento di grande attenzione, di grande rispetto nei confronti dell'Istria tutta; sono quelle cose - per certi aspetti - inspiegabili perché qualcuno ancora oggi mi chiede se avevo dei parenti in queste terre e invece no, erano luoghi che semplicemente avevo visitato e che mi avevano subito incantato", racconta Beggiato nel spiegare l'interesse e la volontà di fare qualcosa per l'Istria e la Dalmazia, desiderio concretizzato per l'appunto nel 1994. Anni - ricordiamo - non facili per quest'area con la Slovenia da poco indipendente e la Croazia in pratica ancora in guerra; anni in cui il nostro interlocutore era pure responsabile della solidarietà internazionale con il Veneto in prima fila negli aiuti umanitari. "All'Istria, alla Dalmazia, ma soprattutto alle comunità di origine veneta presenti a Lipik e Pakrac, in Slavonia e anche da lì era arrivata una sollecitazione perché vedevo queste terre, questo patrimonio che rischiava di non essere tutelato e valorizzato", ricorda Beggiato aggiungendo che "anche da quella tragedia è nata un'ulteriore spinta per accelerare i tempi e cercare di arrivare quanto prima alla Legge che è stata accolta in pochi mesi".
I risultati della normativa sono andati, in questi trent'anni, oltre ogni aspettativa e qui va reso merito a municipalità e Sindaci, associazioni, enti, istituzioni del territorio con in testa l'Unione Italiana e in prima fila le Comunità degli Italiani che, assieme alle amministrazioni locali, si sono fatte promotrici di progetti di restauro e recupero di mura, piazze, torri, campanili, castelli, chiesette, organi, altari, affreschi, quadri e dipinti vari, leoni marciani e poi anche di iniziative volte alla valorizzazione del patrimonio immateriale con in testa il dialetto istro-veneto. "Ritengo che il successo di questa Legge è che sia cresciuta dal basso, lavorando assieme, mettendoci attorno ad un tavolo fianco a fianco e ipotizzando fin da subito un comitato nel quale potessero avere espressione tutte le voci interessate", spiega ancora Beggiato e aggiunge che "questi risultati hanno alla base un lavoro di chi affronta con entusiasmo e determinazione un impegno". Impegno che, a giudicare dagli ultimi bandi, include sempre di più le giovani generazioni, con ricerche, studi e gemellaggi che coinvolgono studenti e scuole diffondendo quello spirito di collaborazione, conoscenza, dialogo e amicizia che sta alla base della normativa. "Quello che ho sempre riscontrato e che continuo a riscontrare qui nel Veneto è che purtroppo non c'è da parte nostra una sufficiente conoscenza, e non essendoci conoscenza non ci può essere nemmeno attenzione e sensibilità nei confronti dell'Istria che invece è un laboratorio multietnico e plurilinguistico che andrebbe preso da esempio", afferma ancora il nostro interlocutore e conclude dicendo: "Se qualcuno pensava che questo fosse uno strumento nostalgico si sbagliava di grosso, non aveva capito nulla delle motivazioni di una Legge moderna e dinamica che serve appunto a valorizzare un patrimonio comune e portarlo all'attenzione delle terre al di qua e al di là dell'Adriatico, due terre sorelle che il mare ha sempre unito e non è mai riuscito a dividere né mai ci riuscirà".
Lionella Pausin Acquavita