Per il ministero per la pubblica amministrazione la questione è chiara: a tutti e senza condizione è consentito l’uso della lingua della comunità nazionale nel territorio nazionalmente misto sia in forma orale sia in forma scritta. Detto in parole povere, in Slovenia, nelle aree bilingui del Litorale ed in quelle dell’Oltremura, chiunque può adoperare l’italiano e l’ungherese nei rapporti con le autorità. Nessuna discriminante, quindi di cittadinanza o di residenza. A Capodistria, Isola e Pirano perciò anche un cittadino italiano, croato o congolese potrà adoperare l’italiano per le sue pratiche burocratiche. Cade di fatto la prassi che tendeva a consentire l’uso dell’italiano solo ai cittadini sloveni di nazionalità italiana, mentre lo negava, agli altri. La risposta arriva dopo una precisa richiesta della Comunità Autogestita Costiera, che al pari di altre istituzioni minoritarie, aveva sollevato la questione dopo che al suo indirizzo erano piovute alcune rimostranze. Una dichiarazione che fa chiarezza e mette nero su bianco quella che era da sempre l’interpretazione delle comunità nazionale italiana. Resterà da vedere quanto la chiarissima posizione del Ministero della pubblica verrà recepita dai vari organismi dello stato, dagli uffici pubblici e soprattutto dai funzionari che i singoli cittadini poi si troveranno di fronte al momento in cui presenteranno una richiesta o dovranno sbrigare qualche incombenza in italiano.
Stefano Lusa