La questione delle targhe con gli odonimi a Capodistria, dopo essere sbarcata sui media italiani è giunta anche nelle stanze del ministero della Cultura a Roma. A porre la questione sul tavolo del ministro Alessandro Giuli è stato il vicecapogruppo vicario dei senatori di Fratelli d'Italia a Roma Raffaele Speranzon.
Raggiunto telefonicamente ci ha detto che la scelta di chiedere la rimozione delle targhe"da parte delle istituzioni slovene" secondo lui è "a dir poco disdicevole", perché "la storia è un patrimonio di tutti e che va condiviso". Tanto più che "stiamo vivendo tempi che ci vedono lontani da contrapposizione di qualsiasi natura ideologica o linguistica", spiega Speranzon che ritiene che "voler eradicare la storia da un territorio significa offenderne la memoria, offenderne l'identità e offenderne anche i cittadini residenti, a prescindere dalla loro appartenenza etnica e dalla lingua che parlano".
Il senatore porta poi ad esempio alcune città italiane dove i toponimi locali fanno bella mostra di sè. Tra queste ricorda "Alghero, dove ci sono le targhe con i toponimi in catalano, perché in quel territorio storicamente c'era una Comunità che parlava questa lingua". Una cosa positiva che rappresenta anche una curiosità interessante per i turisti, dietro alla quale sottolinea non "c'è nessuna rivendicazione da parte della Spagna nei confronti dei territori italiani", come d'altronde "non ce n'è da parte dell'Italia nei confronti di qualsiasi tipo di territorio fuori dai propri confini nazionali". Speranzon accenna anche alle tutele di cui godono le minoranze linguistiche in Italia, per le quali sostiene lo stato italiano "ha un grandissimo rispetto".
Ma la questione quando verrà posta sul tavolo del ministro Giuli?
Speranzon spiega che il ministro Giuli, che non ne era a conoscenza, è stato informato da lui già questa mattina: "Mi ha assicurato che interverremo dopo il G7 dei ministri della Cultura che si terrà a Napoli nel fine settimana". Speranzon si dice sicuro che il ministro agirà "in modo energico ed efficace contro questa iniziativa che rischia di essere una provocazione senza senso, che potrebbe creare fratture e attriti in un periodo storico, quello che viviamo, nel quale non ce n'è assolutamente bisogno".
Barbara Costamagna