Foto: Radio Capodistria
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A Pirano le statue non restano più in silenzio. Grazie al talento e alla creatività dei ragazzi del Ginnasio Antonio Sema, hanno preso vita attraverso un progetto che ha permesso ai giovani artisti di trasformare le sculture della cittadina in protagoniste di racconti a fumetti, riscoprendo storie e aneddoti legate a ciascun soggetto. L'idea alla base del laboratorio è stata quella di unire disegno e narrazione, lavorando non solo sulle tecniche grafiche, ma anche sulla costruzione di una storia efficace e coinvolgente. I ragazzi hanno imparato a semplificare le forme, mantenendo però la riconoscibilità dei personaggi, elemento essenziale per la riuscita di un fumetto. Dopo un primo approccio teorico, il gruppo è sceso in campo: hanno passato una giornata alla scoperta delle statue di Pirano, osservandole da vicino per coglierne i dettagli e lasciarsi ispirare. C’è stata anche una tappa a Casa Tartini, dove i giovani illustratori hanno trovato un luogo per mettere su carta le loro idee.

Foto: Radio Capodistria
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Ne è nata una serie di racconti originali, frutto della fantasia e dell’impegno degli studenti, che hanno dato voce e movimento alle statue, reinterpretando la loro storia con creatività. Ce ne ha detto di più Francesco Zardini. “Sono uscite storie di tutti i tipi. Le statue che noi vediamo quotidianamente a Pirano ci raccontano di maledizioni scagliate da un Tartini improvvisamente cattivissimo, geloso del suo violino, della sua conoscenza. Una maledizione nei confronti di un galletto di pietra che si trova ai piedi della vigilanza in piazza Primo Maggio, piazza della Cisterna anticamente, e ci fa quindi capire l'origine della statua di Tartini, che per questa crudeltà venne punito e condannato a essere una statua. Conosciamo piccioni viaggiatori che arrivano da Venezia e dialogano con il galletto di Pirano. In tutto questo c'è la storia, perché le ragazze conoscono l'origine della statua, ma c'è la fantasia, c'è la libertà. Certe storie sono talmente forti e in un certo senso anche tragiche, da sorprendere, perché magari non si pensa che il fumetto proposto così possa essere preso anche con serietà, oltre che come un divertimento. Quando si scopre che non solo c’è la serietà c’è anche la voglia di creare una storia con dei momenti di tensione, dei drammi, è commovente perché è una partecipazione delle ragazze attiva, originale, e l’idea di aver fatto qualcosa per portare a questa partecipazione è molto bella.”

Foto: Radio Capodistria
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Tra le ragazze che hanno partecipato al laboratorio c’era Urška, studentessa della prima del Ginnasio Antonio Sema di Pirano, che ci ha raccontato cos’ha rappresentato nel suo fumetto. “Ho disegnato il galletto in stile punk che di giorno svolge il suo lavoro da statua e di notte partecipa al suo hobby un po’ particolare, fa il dj durante le feste per adolescenti mentalmente instabili, per poter festeggiare tutti insieme. Mi ha aiutata una mia compagna di classe, che anche lei ha partecipato a questo progetto, e assieme abbiamo creato il galletto punk, che poi è diventato il protagonista della mia storia.”

B.Z.