Foto: Martegani
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Un obiettivo comune, quello della pace nel mondo, ma tante visioni diverse dei problemi e delle soluzioni per raggiungere uno status tanto evocato quanto violato nella storia del mondo.
Anche gli interventi Convegno sulla terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza (che a novembre di quest'anno arriverà in Slovenia e in Friuli Venezia Giulia), organizzato in collaborazione con l’Unione italiana nella sala della Comunità degli italiani di Capodistria (le locandine dell’evento sono state realizzate dai quattro ragazzi del servizio civile universale che lavorano presso l’Ufficio Europa dell’UI di Capodistria) è stato uno specchio delle posizioni attualmente sul tavolo, in una fase particolarmente difficile per il mondo occidentale, con due conflitti alle porte dell’Europa e una tendenza crescente al riarmo.
Verso "Fari di Pace”, titolo del Convegno, si proponeva di portare in primo piano la contrarietà alla guerra nucleare e ai traffici d'armi, in vista della manifestazione “Fari di Pace”, che si svolgerà a Trieste il 19 novembre, all'arrivo della Marcia Mondiale che partirà dopodomani dal Costarica.

Foto: Martegani
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Gli interventi hanno messo in luce vari aspetti della lotta pacifista, dalle marce organizzate fra Fiume, Trieste e Lubiana, oltre che lungo il Cammino di san Martino e in Friuli Venezia Giulia, alle azioni per far emergere i passaggi di navi cariche di armi nel porto di Capodistria, Trieste e Monfalcone, alla proposta di far diventare la Capitale europea della cultura a Nova Gorica e Gorizia in un laboratorio di pace, fino a quella che è stata definita “una guerra continua dell’Europa verso i migranti” da Gian Andrea Franchi, fondatore dell’organizzazione Linea d’Ombra, che assiste a Trieste i migranti che arrivano dalla rotta Balcanica.
L’Europa, accanto agli Stati Uniti, è stato uno degli obiettivi nel corso della serata, a causa della posizione sull’uso delle armi in Ucraina, e della vicinanza a Israele nella crisi nella Striscia di Gaza. Ljuba Miljušević, attivista contro la guerra di Capodistria, che si era opposta all’arrivo di armi destinate a Israele nel porto della città, ha definito Netanyahu un “fanatico religioso” che “propone una soluzione finale per la Palestina”: “il vero antisemita – ha detto - è lui”.
Ma c’era anche chi, come Alessandro Capuzzo della Tavola per la Pace del Friuli Venezia Giulia, ha proposto invece una denuclearizzazione di tutta l’area Alpe Adria, sottolineando il rischio della presenza di armi nucleari nell’alto Adriatico e ha ricordato “l’apatia generale del pubblico verso i rischi bellici”, invitando soprattutto a lavorare per creare consapevolezza della situazione e dei valori della pace nelle giovani generazioni. “Bisogna far percepire ai giovani – ha detto - la possibilità di poter cambiare il mondo”.
Le visioni sono quindi molto differenti su temi, come quelli della guerra in Ucraina e in Medio Oriente e negli ultimi mesi si sono anche estremizzate rendendo difficile il confronto. “Noi ci siamo schierati a favore della pace anche quando la Jugoslavia è esplosa con la guerra civile – dice Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana e moderatore dell’incontro -: c'era una guerra terribile in Croazia. Abbiamo sempre sostenuto tutte le possibilità, tutte le strade per la pace, le stiamo costruendo in tutti questi anni, collaborando con tutte le minoranze, con tutte le comunità nazionali, e quindi mi sembrava normale poter ospitare e quindi co organizzare un evento del genere, in cui si parla di pace, certamente con posizioni che altri possono ritenere critiche”.
“L'evento era pubblico, era noto, tutti potevano partecipare, qualcuno poteva anche portare un un'opinione, un punto di vista diverso, perché era un evento pubblico. Costruiamo la pace – ha concluso - perché quello che sta avvenendo è veramente drammatico e Io credo che anche noi, come comunità nazionale italiana, abbiamo il dovere civico di cittadini di operare per la pace, e su questo forse siamo un po’ latitanti e mi dispiace: creiamo identità, creiamo comunità nazionale, anche operando per la pace”.
Le conclusioni sono state affidate ad Aurelio Juri, già sindaco di Capodistria e deputato, che ha esposto una critica radicale alla visione dei governi occidentali e dell’Unione europea sulla guerra in atto e sui rischi di una terza guerra mondiale. “Vi suggerisco uno slogan – ha detto –: Una terza marcia per la pace che cerca di evitare la terza guerra mondiale”. Juri ha accusato l’Ue, i governi occidentali e gli Usa di utilizzare “due pesi e due misure nel giudicare i morti civili in Ucraina e nella striscia di Gaza, dove – ha aggiunto - sono morte il quadruplo dei civili rispetto a quelli uccisi in Ucraina a causa della Russia. Nonostante questo - ha aggiunto - la Russia per l’Occidente è il male assoluto, mentre i rapporti con Israele continuano come se nulla fosse: lo si rimprovera solo di uccidere un po’ troppo, e lo si rifornisce di armi”.
“Sia la Russia sia Israele violano la carta dell’Onu, è un fatto, ma Israele lo fa da decenni, e del resto è un comportamento che viene attuato dai governi occidentali da sempre, come dimostrano gli attacchi all’Iraq”. Juri ha anche sottolineato positivamente il riconoscimento della Palestina da parte del Parlamento sloveno, anche se, ha aggiunto “ci sarebbero dovute essere sanzioni contro Israele”.

Alessandro Martegani