Basta assai poco in Croazia, ai mass media che sono alla ricerca spasmodica di scoop, per puntare i riflettori sulle minoranze. La Comunità Nazionale Italiana non sfugge a questa regola. Lo dimostra il polverone politico e mediatico scatenato da un articolo pubblicato sul portale regionale istriano Istra24 in cui si tira in ballo l'attività professionale di Lena Korenika, consigliere municipale di Buie e presidente della locale Comunità degli Italiani. Il copione stavolta è piuttosto originale: si evocano contatti con presunti mafiosi, anzi camorristi. Nell'articolo dello scandalo si parla del fatto che Lena Korenika, titolare di uno studio commerciale, avrebbe partecipato alla gestione di imprese, peraltro regolarmente registrate in Croazia, facenti capo al presunto "clan camorristico Di Caprio", i cui esponenti principali sarebbero sotto processo a Frosinone per reati vari. La Dieta Democratica Istriana, di cui Lena Korenika era tesserata, ha reagito subito espellendola dal partito, per motivi precauzionali. L'interessata ha lamentato il fatto di non essere stata nemmeno informata a questo proposito dal leader dei regionalisti, Dalibor Paus. I presidenti dell'Unione Italiana hanno assunto l'unica posizione possibile in questi casi: si sono richiamati alla presunzione d'innocenza, al fatto che non vi sia al momento assolutamente nulla sul piano giudiziario né contro Lena Korenika né contro le imprese registrate in Croazia alla cui gestione avrebbe partecipato. Per non parlare della piena correttezza dell'operato dell'interessata quale presidente del sodalizio di Buie. Ma la telenovela mediatica e politica rischia di proseguire il suo corso: i richiami alla mafia evidentemente piacciono a chi si nutre di scandali.
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