Gregor Perič, vicecapogruppo del partito di Počivalšek, si è detto convinto che la proposta troverà ampio consenso alla Camera e che dalla legge verranno cancellate le contestate domande.
Ad appoggiare il provvedimento anche il deputato della Comunità nazionale Felice Žiža, che assieme alla CAN Costriera hanno espresso la loro contrarietà all’emendamento, che è stato presento l’ultimo giorno utile. Per il deputato non si tratta di una sorpresa: “Nella seduta del comitato interni soltanto due partiti hanno votato a favore degli emendamenti del Partito Nazionale, tutti gli altri partiti erano contrari, ma in comitato il risultato è stato di 6-4. Gli altri gruppi parlamentari, tra cui anche quello delle minoranze nazionali sono contrari. È logico quindi che in seduta plenaria le cose andranno diversamente. Ora c’è l’emendamento".
Preoccupante però che nazionalità, lingua e religione vengano introdotti in una norma quasi sottotraccia, senza un dibattito.
“Possiamo dire che sono stati introdotti quasi a sorpresa, facendo trovare impreparati tutti gli altri gruppi parlamentari. Le convinzioni politiche di tutte le altre forze politiche ha fatto sì che esse non abbiano preso in considerazione nemmeno per un attimo questo tipo di proposta. D'altronde questo dato non verrà rilevato nemmeno nel censimento di quest’anno, come accaduto già nel 2011”.
Lei affronta quindi con tranquillità la seduta di lunedì, quando la norma verrà discussa in aula?
"Assolutamente sì, perché otto gruppi parlamentari su dieci sono d’accordo che le proposte del partito nazionale non possono essere accettate in alcun modo. Le hanno supportate solo due partiti e facendo le somme sono meno di un terzo dei parlamentari".
Stefano Lusa