Le minoranze, come dimostra la vicenda della frequenza che consente di sentire i programmi di Radio Capodistria in Italia ed in Istria, sono usate come merce di scambio. Il direttore generale Igor Kadunc ed anche il ministro della pubblica amministrazione Rudi Medved, stando alle informazioni sui loro colloqui con l’Ambasciatore italiano a Lubiana, Carlo Campanile, avrebbero ventilato l’idea che la frequenza dell’emittente della minoranza potrebbe passare a Radio Slovenia International, se non dovesse venire risolta positivamente la vertenza tra Italia e Slovenia che ha portato allo spegnimento di un trasmettitore dell’emittente di Maribor.
“Il loro modo di agire- commenta il deputato della Comunità nazionale italiana Felice Žiža- è sicuramente irresponsabile. Va contro i trattati internazionali, contro la Costituzione, contro le leggi che tutelano alla nostra emittenza e quindi tutto il sistema dell'informazione pubblica, per cui è assolutamente inaccettabile. Noi non dobbiamo e non possiamo essere merce di scambio. Abbiamo dei diritti acquisiti che devono essere tutelati sia da parte della Repubblica di Slovenia, ma soprattutto ci deve essere la vigilanza da parte della Repubblica Italiana, della nostra nazione madre, che deve essere di sostegno delle nostre attività e dei diritti acquisiti della comunità nazionale italiana in Slovenia e in Croazia. Io, con presidente della Comunità autogestita costiera Alberto Scheriani -alla riunione che abbiamo avuto al Ministero per la cultura c'era anche David Runco - abbiamo parlato con il direttore del direttorato per i media, Tamara Vonta, che ci ha garantito che il trasmettitore non verrà toccato e così fin ora è anche stato. L'Agenzia per le telecomunicazioni nel momento che il direttore Kadunc ha chiesto, facendo anche pressione pubblica, di poter ottenere il nostro trasmettitore in cambio di quello di Radio Slovenia International, ha assolutamente negato la concessione. Nel caso che l'Agenzia dovesse dare ascolto a lui, il ministro per la cultura ha l'obbligo di analizzare quelli che sono i contenuti che dovrebbero passare da un trasmettitore all'altro. La cosa è stata bloccata già a metà strada, quindi chi ne ha competenza all'agenzia non ha nemmeno posto il problema e non ha chiesto nulla al Ministero per la cultura. Credo sia molto difficile che un ministro per la cultura possa dare il consenso per una operazione del genere. Lo dico per tranquillizzare un po' gli animi e per dare un po' di serenità e sicurezza ai nostri radioascoltatori in Italia e nell’Istria croata, dove ci seguono grazie a questo trasmettitore. La strada, per mettere in atto una soluzione del genere, non è così breve. Con Scheriani, ma anche da solo, sono stato almeno tre volte dall'Ambasciatore italiano a Lubiana. L'ambasciatore ha contattato il Ministero degli Esteri che a sua volta avrebbe dovuto contattare Lubiana. Stiamo aspettando gli sviluppi dall’Italia che ci dovrebbe dare sostegno assoluto per quel che riguarda la tutela di Radio e anche di TV Capodistria. Io credo che l’Italia debba essere sempre presente, debba esserci sempre vicino nel dialogo che noi abbiamo quotidianamente con il Governo sloveno e con tutte le forze politiche slovene”.
Parlerà della questione con i potenziali nuovi ministri del Governo Janša, in vista del voto di fiducia?
“Sicuramente sì, ma credo che anche nell' accordo di coalizione inseriremo un punto che interpreti esattamente queste cose, cioè la possibilità di diffondere i propri segnali sia di Radio sia di TV Capodistria. I diritti acquisiti non si toccano, si può solo migliorarli e svilupparli ulteriormente”.
Sarebbe il caso di riflettere sull’autonomia di Radio e TV Capodistria nell’ambito del sistema pubblico?
“Non so quanto siamo ancora lontani da questo traguardo, ma credo che pian piano ci stiamo avvicinando, forse non all’autonomia vera e propria, ma con la riduzione progressiva dei finanziamenti da parte della RTV - lunedì il Consiglio di programma della RTV ci ha decurtato altri mezzi per i programmi - noi andremo a cercare di compensare con l'Ufficio governativo per le nazionalità. Lo abbiamo già fatto assumendo con questi fondi tre giornalisti. L’ultima di queste dovrebbe andare in porto tra marzo ed aprile. Così facendo noi stiamo spostando il finanziamento da RTV Slovenia al Governo sloveno. Con questa operazione si potrà, in futuro, forse parlare anche di autonomia che potrà essere di vari livelli. Noi vogliamo avere stabilità, autonomia e certezza per posti di lavoro, programmi e per finanziamenti”.
Stefano Lusa