La parlata istriota di queste terre è stata citata anche da Dante a conferma delle sue profonde radici nella storia. Oggi è in uso in alcune località dell'Istria meridionale soprattutto a Valle, Gallesano e Sissano, un po' meno a Rovigno e Dignano mentre a Fasana rimangono solo tracce scritte. Ebbene per salvare il dialetto dall'estinzione i rappresentanti delle rispettive comunità degli Italiani hanno firmato ieri sera a Sissano la modulistica o la documentazione da inviare al Ministero croato della Cultura con la domanda del suo riconoscimento quale patrimonio immateriale della Repubblica di Croazia e la sua inclusione nella lista delle ricchezze da porre sotto tutela. L'intero incartamento è stato preparato dai giovani ricercatori gallesanesi Isabella Matticchio e Matija Drandić. Molto positive le impressioni di Fabrizio Fioretti, presidente della Comunità degli Italiani di Valle. "Se la proposta passa, e passerà sicuramente, sarà una grande quasi dichiarazione d'amore, possiamo dire, verso il nostro dialetto, in particolare verso i dialetti istrioti dell'Istria che sono millenari e che rispecchiano la nostra identità".
La risposta del Ministero è attesa tra un anno o un anno e mezzo al massimo. La tutela della parlata era uno dei punti del ricco programma dell'edizione scorsa del Festival dell'Istrioto.
Valmer Cusma
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