Rimangono le perplessità sul sistema di assegnazione tramite bando, come ha voluto sottolineare il presidente dell'Unione Italiana, Maurizio Tremul:
"Premesso che continuo e continuiamo ad essere contrari al sistema di bandi per quanto riguarda questo tipo di finanziamenti, cioè quelli che storicamente vanno a favore della Comunità Nazionale Italiana e ringrazio tutte quelle istituzioni, scuole, Comunità degli Italiani, CAN e consigli delle minoranze, che non hanno aderito al bando. Li ringrazio per aver accolto l'invito dell'Unione italiana che andava in questa direzione. L'esito del bando dimostra quello che stiamo dicendo da tempo: che i progetti che poi l'Unione ha dovuto presentare su questo bando sono i progetti più importanti e più rilevanti per la Comunità Nazionale italiana. Quindi per poterli finanziare non è necessario attendere i primi di luglio, ovvero fine giugno, per sapere una graduatoria e doverci costringere ad approvare il piano definitivo a luglio, bloccando tutta l'attività. Mi sembra che i progetti che poi sono stati approvati dimostrino che sono quelli fondamentali per la Comunità Nazionale Italiana ed infatti sono quelli che poi hanno ricevuto il punteggio più elevato e quindi sono stati approvati. Non voglio entrare in questo momento nel merito di questa cosa, ma, torno a ripetere, dimostra che questi sono i progetti validi. Quindi si poteva accorciare tutta questa procedura, ci poteva essere una definizione in un rapporto di partnership, come era sempre stato per decenni, considerato anche che né la legge regionale, né il regolamento, prevedono in maniera specifica i bandi per assegnare queste risorse, anche alla luce del fatto che, quasi un terzo delle risorse a disposizione non sono state messe a bando. Ciò significa che ci possono essere delle assegnazioni senza procedura di bando".
Se non sbaglio durante la campagna elettorale c’era anche stata l'idea di uscire da questa ottica dei bandi di gara, che era stata sottoscritta dal candidato che poi ha vinto, Massimiliano Fedriga?
"Sì, c’era questa idea, io ne ho parlato abbastanza a lungo, poi anche ai primi di giugno, con l’assessore Roberti a Lubiana. Ci hanno spiegato che, tenuto conto del commissariamento dell’UPT, non c'erano gli organi che potevano, in qualche modo, deliberare in maniera diversa e che quest'anno si era, in via eccezionale, fatto ancora il bando, ancorché un bando migliore di quello dello scorso anno che invece sappiamo i danni che aveva creato e che sono ancora ben visibili. Io spero, appunto, che con il processo che adesso si porterà a compimento si arrivino a definire regole chiare, in cui ci sia un metodo di lavoro inclusivo dei legittimi rappresentanti della Comunità Nazionale Italiana. A questo riguardo leggendo e guardando la classifica sia dei progetti ammessi a finanziamento, sia di quelli non ammessi a finanziamento, considerato che la legge dice che i “beneficiari”, ovvero chi può chiedere il contributo, sono i soggetti rappresentativi del gruppo etnico italiano in ex Jugoslavia, mi chiedo con quali criteri sono stati individuati i soggetti rappresentativi del gruppo etnico italiano nell'ex Jugoslavia. Ci sono dei soggetti ammessi al finanziamento che noi, Comunità Nazionale Italiana, non abbiamo mai riconosciuto come soggetti rappresentativi, per la CNI, perché se così fosse questi dovrebbero partecipare a tutta una serie di altri processi decisionali previsti dalle norme della Costituzione e delle leggi in vigore in Slovenia e Croazia, quindi mi pongo e porrò questa domanda".
Quindi dalle sue parole mi sembra di capire che comunque tra le proposte che sono state accettate e finanziate non tutte sono state avanzate dell'Unione italiana?
"Assolutamente no, ed era ovvio anche aspettarsi che fosse così. Però, torno a ripetere, c'è una certa soddisfazione rispetto a quali sono state le adesioni e rispetto alla compattezza che la Comunità Nazionale ha saputo dimostrare (con qualche eccezione) in questa situazione".
Davide Fifaco