Hanno passato la giornata nella stessa classe i tre minorenni giunti in Slovenia dall'Ucraina. "Hanno chiesto di rimanere insieme e gli siamo venuti incontro. Fisicamente stanno bene, ma i loro occhi raccontano ciò che sono stati costretti a vivere" ha confidato la preside della scuola elementare "Vincenzo e Diego de Castro" di Pirano, Nadia Zigante. Uno dei ragazzi, avendo superato l'età della scuola dell'obbligo oggi è andato a visitare il ginnasio "Antonio Sema". Il loro paese d'origine prevede una verticale scolastica diversa dal modello sloveno.
Secondo il rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanità sono 18 milioni le persone colpite dalla feroce guerra in Ucraina, quasi 7 milioni gli sfollati interni e 3 milioni di ucraini avrebbero già lasciato il Paese. Si tratta perlopiù di donne con bambini, anziani e malati, tanti, però, restano a difendere la propria terra, soprattutto gli uomini, anche se le soldatesse non mancano. Lunedì sono entrati a scuola anche alcuni bambini russi che hanno lasciato il Paese appena prima dell'invasione. Per quanto rigiarda la comunicazione si ricorre all'inglese o all'aiuto degli alunni che padroneggiano la lingua. "Le scuole della CNI sono state sempre le scuole dell'accoglienza, per esempio durante la guerra dei Balcani" precisa la Zigante sottolineando la grande umanità che dimostrano i bambini. Per ora la scuola di Pirano è l'unica ad aver accolto dei profughi, ma, come confermato dalle presidi della "Dante Alighieri" di Isola e la "Pier Paolo Vergerio il Vecchio" di Capodistria, Cristina Valentič Kostić e Helena Maglica, in caso di bisogno, le porte degli istituti sono aperte.
Per il momento i nuovi arrivati non hanno richiesto asilo anche perché non si sa se rimarranno, i rifugiati hanno comunque il diritto di rimanere in Slovenia per 90 giorni senza alcun visto e il 10 marzo scorso è stata introdotta anche in Slovenia una protezione temporanea per le persone sfollate dall'Ucraina a causa dell'invasione militare delle forze armate russe.
Maja Cergol