“Un documento molto reale che si sposa benissimo con quelle che sono state le nostre richieste nei confronti del governo sloveno”. Questo il primo commento del presidente della Comunità autogestita costiera, Alberto Scheriani, dopo la pubblicazione delle raccomandazioni del Consiglio d’Europa in fatto di tutela delle minoranze. Il documento dice Scheriani “è il frutto dell’incontro che abbiamo avuto con il comitato di esperti, in cui abbiamo spiegato qual è la situazione in cui la comunità italiana si trova a vivere”. Uno dei problemi su cui si punta nel rapporto è quello dei programmi italiani di radio e Tv Capodistria. “I fondi per farle funzionare sono necessari” - precisa il presidente- “stiamo portando avanti una politica molto costruttiva con l’attuale governo per avere più mezzi, più impiegati e per poter fare i programmi”. Più fondi quindi, magari messi in campo direttamente dall’esecutivo. Per Scheriani sarebbe “ideale” che ci fosse anche più autonomia per i programmi in materia di gestione finanziaria. Proprio per questo nel dibattito sulla nuova legge sulla RTV di Slovenia la Comunità autogestita costiera ha chiesto più indipendenza e di ciò si sta discutendo anche con il governo.
Un altro problema riguarda l’uso della lingua italiana. “Noi ci rendiamo conto che i regolamenti sono molto buoni” - rileva Scheriani- “ma la loro messa in opera è molto scarsa”. Il presidente della CAN Costiera non manca di puntare il dito anche sull’ultimo caso eclatante: quello della sede della Sinistra capodistriana, dove l’italiano “è stato dimenticato”. L’auspicio è comunque quello che gli italiani usino la loro lingua nella vita pubblica e nei loro rapporti con le autorità. “Un modo” - dice Scheriani – “per far capire anche a chi sta negli uffici che questo è un territorio bilingue e che l’italiano è lingua dello stato e che lo stato parla sul nostro territorio anche in italiano”. In ogni modo il quadro tracciato dagli esperti se non è a tinte fosche non descrive nemmeno una situazione troppo rosea. “E’ da quando sono in politica che noi chiediamo il rispetto delle norme basilari" - precisa Scheriani. “Stiamo vivendo alti e bassi. Dal punto legislativo per la lingua italiana le cose vanno bene, ma la messa in pratica è disastrosa. Ora il comitato d’esperti ha indicato la strada anche al nostro governo per mettere in atto questi meccanismi. Noi naturalmente continueremo a lavorare sulla strada tracciata”.
Gli esperti del consiglio d’Europa chiedono alla Slovenia di attuare misure di tutela anche per la lingua serba, croata e tedesca. Scheriani rivendica però la specificità della minoranza italiana (e di quella ungherese): “Noi siamo una minoranza autoctona, in un concetto di democrazia e in una società moderna è chiaro che tutte le minoranze hanno diritto di svilupparsi. Nessuna preoccupazione quindi, ma una netta distinzione tra le minoranze autoctone e le altre”.
Stefano Lusa