Non una ma tre commemorazioni stamane al cimitero delle Laste di Rovigno per onorare la memoria del professor Antonio Borme, protagonista della rinascita e rappresentante di maggior spessore intellettuale e morale dell'Unione Italiana dopo la caduta dei muri. Dapprima a rendergli omaggio è stata una delegazione della Comunità degli Italiani con in testa la presidente Roberta Ugrin, poi il Consiglio della Minoranza Italiana autoctona della Regione Istriana il cui presidente Gianclaudio Pellizzer si è soffermato sulla figura di Borme, così come ha fatto poco dopo il presidente dell'Unione Italiana Maurizio Tremul. Hanno ricordato le pesanti ingiustizie e il suo esautoramento da ogni funzione, per aver tentato di rendere autonoma la vecchia Unione degli Italiani dell'Istria e di Fiume dal regime jugoslavo. Alla caduta dei muri, Borme che dopo il pensionamento si era recato a vivere a Trieste presso i figli, ritornò in campo, come ci confermato dal suo amico e collaboratore Giovanni Radossi: "Quando suonò il momento di una rinascita, del risveglio, lui fu il primo ad accettare la sfida assieme ai giovani della Costituente e del Gruppo 88. Borme ha incominciato a parlare da quel momento, della Comunità nazionale come del suo piccolo popolo".
Oltre che a esser stato in prima linea a difesa dei diritti degli italiani rimasti, Antonio Borme - di cui ricorre il centenario della nascita - ha lasciato una traccia profonda in campo scolastico. Tra l'altro ha scritto la Grammatica della Lingua italiana stampata in 5 edizioni, è stato preside del Liceo italiano di Rovigno e fondatore del Corso di Lingua e Letteratura italiana presso l'Accademia di Pedagogia di Pola.
Valmer Cusma
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