Come spiegato da Mauro Jurman, presidente della Comitato per lo statuto e il regolamento, si è dovuto mettere mano al documento in seguito ai numerosi ritocchi - per lo più di carattere tecnico - apportati nel corso degli anni allo Statuto UI. "Nella riscrittura comunque quasi l'ottanta per cento delle disposizioni incluse sono identiche al Regolamento precedente anche perché non possiamo discostarci dalla Carta fondamentale della nostra istituzione" racconta Jurman consapevole che se entro la fine del mandato si riuscirà a modificare lo Statuto bisognerà rivedere ancora una volta pure il Regolamento.
"In questo caso abbiamo cercato di semplificare alcune procedure come ad esempio il sistema di voto che in alcuni casi da segreto è diventato palese, abbiamo inserito delle regole per quanto riguarda la scrittura e presentazione delle mozioni e abbiamo stabilito le modalità degli interventi dei consiglieri che sullo stesso argomento possono esprimersi più volte" spiega il presidente della Commissione assembleare ricordando che ora il lavoro dell'organismo si concentrerà proprio sulla stesura del nuovo Statuto dell'Unione italiana anche perché dice "Si tratta di un impegno che questa nuova Assemblea si è assunta e che rientra tra le priorità del suo programma di lavoro; ora la sfida è di arrivare quanto prima a un documento snello, che velocizza le procedure, in poche parole, un documento adatto alla nuova situazione e alla moderna società".
Il 3 luglio scorso, infatti, firmata dal presidente UI, Maurizio Tremul e dal presidente dell'Assemblea, Paolo Demarin è stata inviata una circolare con la quale si invitano Comunità degli Italiani, asili, scuole e tutti gli altri enti ed istituzioni minoritarie a partecipare al dibattito pubblico sul processo di riforma istituzionale e strutturale dell'Unione Italiana. Questo processo si svilupperà in più fasi- rileva la missiva- con la prima incentrata sull'identificazione degli obiettivi e finalità da raggiungere con i cambiamenti.
"Il termine stabilito entro il quale ogni connazionale -da Capodistria a Fiume, da Plostina a Zara- può inviare eventuali suggerimenti, proposte e indicazioni concernenti il progetto politico e la visione strategica da perseguire, rimane aperto fino al 30 settembre prossimo mentre in seguito cercheremo di stendere una prima bozza del nuovo documento" rileva Mauro Jurman convinto che "se tutto procederà per il verso giusto, entro la fine del 2020, l'Unione Italiana sarà un'organizzazione ancora più moderna e avrà uno Statuto che garantirà maggiore democrazia, più autonomia e soggettività".
Dal 1991 -anno della costituzione della nuova UI- in qua sono stati numerosi i tentativi di modifica del documento indirizzati, quasi tutti, a snellire l'Assemblea e ad affermare il ruolo delle Comunita' degli Italiani. Cambiamenti proposti quasi sempre in "zona Cesarini" e forse anche per questo falliti ad eccezione del cambiamento - arrivato pure questo- allo scadere del mandato, del 2010 con l'introduzione dell'elezione diretta del presidente UI e di quella del presidente della Giunta esecutiva.
Lionella Pausin Acquavita