Assemblea dell’Unione italiana, ieri sera a Capodistria ha dimostrato che nei momenti di difficoltà la componente italiana riesce a compattarsi. Consiglieri solidali con Radio e TV e tutti concordi che il satellite va salvato. Diverse invece le opinioni – in questo caso degli esponenti politici e rappresentati delle varie istituzioni che hanno preso parte alla seduta- sul come farlo, ovvero, sul dove recuperare i finanziamenti necessari al pagamento dell’affitto. Marko Gregorič, della Giunta UI e relatore del punto in questione nel spiegare che è impossibile reperire con i mezzi che Roma garantisce tramite la legge 73/01 ha subito chiarito che “la Slovenia dovrebbe essere non l’ unico ma il primo soggetto tenuto a finanziare le trasmissioni satellitari in quanto- ha detto- TV Capodistria è una creatura dell’ ente radiotelevisivo sloveno e quindi l’input deve partire da Lubiana mentre l’ Italia, il Friuli Venezia Giulia e perché no poi anche la Croazia potranno dare seguito a questo tipo di iniziativa”.
“Siamo tutti dell’opinione che il satellite è necessario e ora bisogna lavorare assieme per raggiungere questo obiettivo” ci ha dichiarato invece il deputato al seggio specifico al Parlamento sloveno, Felice Žiža . “Sul come ottenere i mezzi c’è chi pensa che anche Zagabria dovrebbe partecipare, altri dicono che non parteciperà perché non si è mai sentita coinvolta del fatto di dover finanziare l’attività di TV Capodistria, mentre la maggior parte pensa che la partita si dovrebbe giocare tra Slovenia e Italia e forse Regione Friuli Venezia Giulia e poi vedere chi effettivamente riesce a dare di più. Purtroppo non ci sono né norme legali né convenzioni internazionali serie che obblighino Slovenia e Italia e FVG a finanziare il satellite. C’è solo un senso di dovere nei confronti delle leggi che tutelano sia la Comunità italiana in Slovenia sia quella slovena in Italia e quindi una questione di reciprocità positiva per aiutarci a vicenda” ha detto Žiža ricordando che “l’intervento dello Stato Italiano con il Comitato di coordinamento e per tramite dell’Unione Italiana non va a finanziare il satellite ma ha predisposto anche per il prossimo anno una quantità di mezzi non indifferente che potrebbero essere, attraverso i programmi , finalizzati al satellite”. Per Žiža dunque le possibilità ci sono bisogna solo “coordinarci e metterci d’accordo sul come effettivamente raggiungere l’ obbiettivo”.
“La strada da perseguire era già stata individuata ma non la si è voluta percorrere” replica il presidente dell’ Unione Italiana, Maurizio Tremul e ricorda “quando per la prima volta ci era stato detto che non si sarebbe potuto più finanziare il progetto con le risorse per la CNI - perché non idoneo alle finalità della 73/01- noi non ci siamo fermati e abbiamo continuato ad insistere, per anni, sulla necessità del satellite. Alla fine di questo percorso di insistenze abbiamo ottenuto la disponibilità di arrivare -in accordo con la CAN Costiera, con il deputato al parlamento sloveno, con la dirigenza di RTV Capodistria - a proporre al Governo di Lubiana di assumersi in toto il pagamento dell’affitto in cambio di mezzi rilevanti che Roma avrebbe garantito per finanziare programmi e palinsesti”. Secondo Tremul, questa sarebbe stata la soluzione migliore ma ha detto “ci si è trovati dinanzi al muro del no, del non si può e ora si stanno studiando vie alternative, si stanno cercando risorse specifiche in Italia per un cofinanziamento ma serve che anche la Slovenia faccia la sua parte”.
Lionella Pausin Acquavita