Parole di elogio da parte della Brezak Stamać per la Media superiore italiana di Rovigno. “Una scuola moderna e funzionale che appaga l’impegno congiunto di stato - regione-comune ma anche il sostegno fornito - sussidi e mezzi didattici - dall’Italia". Nel corso dell’incontro con gli esponenti della Regione istriana, i vertici dell’Unione Italiana e quelli dei Consigli CNI dell’Istria e della Contea litoraneo- montana, sono state presentate alcune problematiche di ingerenza dell’Agenzia e che la direttrice e suoi collaboratori si sono incaricati di risolvere.
Come rilevato dalla consulente per la CNI Gianfranca Šuran - che assieme alla collega Patrizia Pitacco ha organizzato l’incontro - tra questi rientra “il ripristino della presenza dei consulenti della minoranza italiana negli esami professionali non solo per gli insegnanti di lingua italiana ma anche per quelli di classe e per gli educatori prescolari, l’inserimento sistematico - a fianco di quelli disciplinari - del consulente per la minoranza negli esami professionali delle altre materie e la presenza sempre strutturata e implementata dall’Agenzia, dei consulenti per la minoranza in tutte le pratiche di avanzamento di tutti i docenti nelle nostre scuole”.
Disponibilità della Brezak Stamać a introdurre le attività eccellenti del sistema scolastico CNI nel Catalogo annuale dell’Agenzia. “Tra queste ci potrebbero essere ad esempio le gare di lingua italiana” ha spiegato la responsabile del settore istruzione dell’Unione Italiana Iva Bradaschia Kožul non mancando di aggiungere che “si è parlato anche del riconoscimento dei diplomi per i connazionali che terminano gli studi in Italia, del problema dei libri di testo che vanno inclusi nei cataloghi, della possibilità che alunni e studenti partecipino nella loro lingua materna e dunque in italiano ad alcuni concorsi nazionali quali il Lidrano”.
Nel corso dell’incontro è stata affrontata pure la questione dell’insegnamento dell’italiano quale lingua dell’ambiente sociale nelle scuole della maggioranza. “Auspichiamo il ripristino di una prassi che era in vigore in Istria fino ai primi anni ‘90” hanno detto i rappresentanti della minoranza ma anche quelli della Regione istriana. “L’agenzia non ha competenze in materia” ha risposto la Brezak Stamać che al nostro microfono ha commentato: “Tutto quello che è obbligatorio, non è sempre accettato e ben accolto, rimane positivo il fatto che – da quanto ho capito - tante scuole in lingua croata della penisola includano l’italiano quale lingua straniera facoltativa. Per quanto una parlata possa essere sentita e presente su un territorio se non è la tua madrelingua è comunque una lingua straniera”.
Lionella Pausin Acquavita