Con l’approvazione delle integrazioni alla legge sui deputati va di fatto a decadere l’incompatibilità delle cariche che in passato ha riguardato soprattutto i deputati delle minoranze che ricoprivano incarichi a capo delle rispettive Can. Come ha spiegato Janja Sluga del Movimento libertà, la quale ha inoltrato la proposta, la decisone è scaturita dopo aver raccolto una serie di pareri, ha detto la Sluga facendo riferimento a quello espresso dal Ministero della giustizia e dall’ufficio legale della Camera, secondo i quali i diritti acquisiti non si escludono, ma compensano, sono invece in contrasto solamente nel caso si presentasse un palese conflitto d’interesse, cosa che secondo la parlamentare del Movimento libertà non si presenta nel ricoprire la carica di deputato al seggio specifico e di Presidente Can. “Gli interessi perseguiti sono gli stessi” ha detto. Secondo il Partito Sinistra invece con l’approvazione della modifica “si andrebbe ad aprire un vaso di Pandora che andrebbe a minare la trasparenza e la democrazia”. La proposta è stata appoggiata dal Partito democratico e del Movimento Libertà, non invece da parte del partner della coalizione al governo degli Sd, i quali in linea con quanto espresso dalla commissione anticorruzione hanno ritenuto la modifica "troppo rischiosa".

Felice Žiža in rappresentanza del gruppo parlamentare delle due minoranze ha detto che la Costituzione assegna molti diritti alle minoranze che spesso non vengono attuati, “il conflitto d’interesse non sussiste, anzi questi vengono così portati avanti in un’ottica verticale” ha detto Žiža.
“È un successo perché la legge sui parlamentari che era in vigore fino ad oggi non prendeva in considerazione quelli che sono i diritti acquisiti, importanti inseriti all'interno di tre articoli della Costituzione (il quinto, il sessantaquattresimo e l'ottantesimo), che portano avanti quelli che sono diritti fondamentali della comunità e soprattutto nel fatto che le comunità stesse hanno gli stessi interessi, iniziando dai soci delle nostre comunità, andando poi in maniera verticale alle comunità autogestite della nazionalità italiana ed ungherese, sia a livello comunale che a livello di costiera o di Prekmurje e arrivando al deputato e quindi sono interessi comuni che non sono in nessun modo in disaccordo tra la rappresentanza politica in Parlamento e quella che è la rappresentanza politica a livello delle associazioni o delle istituzioni fondamentali della comunità nazionale italiana ed ungherese. Finalmente oggi abbiamo ribadito nuovamente quelli che sono i diritti fondamentali in una discriminazione positiva che la Slovenia, nell'ambito di questi tre articoli della Costituzione e di tutte le altre leggi che ha voluto ribadire più volte. Discriminazione positiva che vuol dire che le comunità nazionali hanno diritti che la maggioranza non ha e quindi privilegia le comunità perché vivono in un ambiente che non è la loro madrepatria, ma vivono chiaramente staccate dalla loro madrepatria e per quello hanno bisogno di una tutela a parte dello stato che le ospita e di diritti particolari che possono farla lavorare e funzionare affinché possano esprimere i loro interessi a tutti i livelli”.

Ha ottenuto luce verde pure la proposta della coalizione al governo di modificare il nome della festività del Ritorno del Litorale alla Madrepatria in “Annessione del Litorale alla madrepatria. La modifica della legge sulle festività e sulle giornate non lavorative è stata proposta da un gruppo di deputati in rappresentanza dei tre partiti della coalizione di governo, con prima firmataria Meira Hot, del Partito socialdemocratico. Secondo i proponenti tale denominazione andrebbe a rispecchiare la realtà storica, a differenza del termine che fino ad ora era stato utilizzato di “ritorno”. I due deputati delle minoranze italiana Felice Žiža e Ungherese Ferenc Horváth sono astenuti dal voto.

Dionizij Botter

Foto: Radio Capodistria/vlada
Foto: Radio Capodistria/vlada