Palazzo De Belli a Capodistria è da tempo che fa parlare di sé, per l'incuria e il degrado a cui è stato abbandonato uno dei gioielli architettonici di età veneta della città, posto lungo l'antica via Eugenia, oggi via Cankar, non lontano dal duomo. Nel periodo più recente vari immobili nelle vicinanze del palazzo, che risale alla fine del Cinquecento ed è vuoto ormai da alcuni anni, sono stati oggetto di interventi, l'area nell'insieme ha un suo decoro, quel punto nero reclamava una soluzione. Accantonata l'idea di un'eventuale cessione a privati - ipotesi accolta da accese polemiche - il Comune, che ne è proprietario, ha ora destinato il palazzo al Centro di ricerche scientifiche, che per insediarvisi dovrà procedere al suo completo recupero. Per la realizzazione dell'intero iter, avviato con il trasferimento della proprietà al ministero dell'Istruzione cui il Centro di ricerche fa capo, si ipotizza già una data, il 2023. Tutto bene, dunque? Sì e no, perché su palazzo De Belli aveva manifestato interesse la Can capodistriana, a sua volta pronta a recuperare l'edificio "per attribuirgli quindi dei contenuti consoni alla sua ricca storia". Da qui il rammarico, espresso anche al sindaco, da parte dell'istituzione che rappresenta la comunità italiana. "Più di un anno fa - spiega il consigliere della Can Alberto Scheriani - , avendo il sindaco sostenuto che palazzo De Belli rappresentava un problema per il Comune e si pensava addirittura di metterlo in vendita, abbiamo chiesto che l'immobile venisse assegnato alla nostra comunità, e ciò per più ragioni. Innanzitutto perché quando la Can ha presentato la strategia culturale, abbiamo messo in evidenza che ci mancano spazi adeguati per fare cultura. Altro aspetto, e di particolare importanza, la comunità italiana ha molto a cuore il recupero dei palazzi storici della città, come dimostra anche l'intervento che ha dato una nuova sede alla scuola elementare e alla materna Delfino blu in piazzale Vergerio. E poi perché così si creano per la comunità italiana nuovi posti di lavoro".
Peccato! Sarebbe stata importante l'acquisizione di palazzo De Belli, e i fondi si sarebbero potuti trovare, spiega sempre Scheriani. Ma i giochi ormai sono fatti.
Ornella Rossetto