In Italia non ci sono seggi garantiti per le minoranze, come accade in Slovenia e Croazia, ma la comunità slovena sin ora è riuscita a garantirsi la sua presenza in parlamento tramite i partiti. Un mezzo miracolo- disse tempo fa il consigliere regionale Igor Gabrovec- visto che già l’attuale legge elettorale non prevede particolari agevolazioni. Ora se il referendum dovesse confermare la riduzione del numero dei deputati e dei senatori, l’elezione di uno sloveno potrebbe diventare impossibile. Il Friuli – Venezia Giulia, del resto, ne uscirebbe penlizzatissimo dato che si passerebbe dagli attuali 20 parlamentari a solo 12.
I rappresentanti degli sloveni chiedono garanzie ed auspicano soluzioni innovative che possano consentire loro di continuare ad essere presenti alla Camera o al Senato. A supportare la minoranza slovena a Roma anche il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul che in Commissione ha rilevato come la sua organizzazione “ha sempre sostenuto le legittime richieste della comunità nazionale slovena” sulla necessità di una rappresentanza garantita al Parlamento italiano e presso il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. L’appello di Tremul è che si trovino “opportune soluzioni legislative e operative” che consentano alla minoranza slovena il mantenimento della rappresentanza”. Un fatto questo che rappresenterebbe – per Tremul – “un ulteriore nuovo passo sulla strada dell’amicizia tra i due Paesi anche nell’ottica delle cerimonie a cui parteciperanno il prossimo 13 luglio 2020 a Trieste” i presidenti della repubblica di Slovenia ed Italia.
Stefano Lusa