In occasione della firma per l'accordo tra l'Unione degli Istriani e la Comunità degli Italiani del Montenegro, il presidente dell'Unione degli Istriani, Massimiliano Lacota, ha dichiarato che è possibile sottoscrivere una collaborazione con una realtà geograficamente distante mentre non lo è ancora con la vicina Unione Italiana.
Lacota ha spiegato che finché l'Unione Italiana non ammetterà che in passato ha avuto delle corresponsabilità nell'esodo non sarà possibile trovare un percorso comune.
Alle parole del presidente dell'Unione degli Istriani ha risposto il presidente dell'Unione Italiana, Maurizio Tremul: “Abbiamo avuto un incontro parecchio tempo fa con Lacota, in cui abbiamo cercato di identificare gli ambiti della collaborazione che poi non si è riusciti a perseguire o non si è potuto proseguire, come vogliamo metterla. Abbiamo avuto un incontro, ci siamo parlarti in maniera molto corretta e abbiamo definito alcune possibili sfere, di alcune possibili iniziative. Poi per una serie di motivi non si è concretizzato nulla. Noi siamo sempre aperti alla collaborazione, con chi che sia. A memoria, ma posso sbagliare, non abbiamo ricevuto come Unione Italiana, dopo quel quell'incontro, altre richieste. Peraltro, l'incontro lo avevamo chiesto noi come Unione Italiana. Dopo quell'incontro però non mi risulta, ribadisco, almeno che la memoria non mi inganni, che ci siano state richieste da parte dell'Unione degli Istriani ha noi indirizzate, in cui si vuole avviare una collaborazione congiunta come noi stiamo facendo con tantissimi altri soggetti“.
Lacota sostanzialmente chiede che l'Unione Italiana ammetta che in passato, nell'immediato dopoguerra, l'Unione Italiana dell'epoca abbia avuto delle corresponsabilità nell'esodo…
“Qui dobbiamo essere molto chiari. Certamente che affermazioni così sommarie e da Twitt, che vanno tanto di moda adesso, richiamano l'attenzione dei media, che ci cascano regolarmente, ma non sono affrontabili con tale semplicità. Le cause e le responsabilità dell'esodo si trovano nei libri, nelle moltissime ricerche non ancora compiute, che hanno cercato di analizzare queste cause. Se il presidente Lacota ha la documentazione che testimonia che l'Unione degli italiani dell'Istria e di Fiume, che ha cessato di esistere il 2 marzo del 1991, per volontà dell'assemblea costituente dell'Unione Italiana eletta nel gennaio del 1991 e che appunto ha portato a sciogliere la vecchia UIIF a creare una nuova Unione Italiana, infatti noi siamo eredi giuridici, ma non politici, della vecchia UIIF, allora se lui dispone di prove che dicono che è così, le presenti, altrimenti si fa un'affermazione generica senza nessuna controprova. Quindi le affermazioni, anche in un utilizzo mediatico, devono essere ponderate e devono essere confermate. Torno a ripetere: devono essere argomentate e comprovate. Confermo che l'Unione Italiana oggi è l'erede giuridica ma non politica; noi abbiamo rescisso il cordone ombelicale con la vecchia UIIF, il cui giudizio viene consegnato agli storici ed alla storia. La vecchia UIIF, come tutti gli organismi e tutto ciò che è umano ha avuto dei meriti e demeriti, noi come Unione italiana sicuramente abbiamo intrapreso una strada della democrazia, della collaborazione, dell'apertura, del pluralismo e quindi francamente non credo sia la strada giusta questa di porre questo tipo di questione“.
Le chiedo un'ultima curiosità: lei cosa pensa di questa collaborazione siglata dalla Comunità degli Italiani del Montenegro?
“Sono sempre favorevole a tutte le collaborazioni di questo mondo, di qualsiasi soggetto e quindi va bene, non vedo motivi di non collaborare. Quindi non ci sono, non vedo aspetti negativi, tutti coloro che possono collaborare con gli italiani di questa area e che possono dare un contributo a mantenere l'italianità, per me vanno bene. Ma vorrei ritornare un attimo sul discorso di prima, perché mentre stavamo realizzando questa intervista sono andato a vedere nel mio archivio digitale. Ecco io vorrei ricordare che il 6 novembre 2018 io ho scritto al dottor Massimiliano Lacota, presidente dell'Unione degli istriani, una lettera in cui ho chiesto la disponibilità di un incontro al fine di presentare indirizzi programmatici dell'Unione italiana in questo nuovo mandato e di stabilire una collaborazione con l'Unione degli Istriani. Non ho ancora avuto risposta a questa comunicazione. Francamente mi sono abbastanza sorpreso di questa presa di posizione, perché anche quando ci siamo incontrati l'ultima volta, nella sede dell'Unione degli Istriani, non è stata posta, ad esempio, la questione che è stata posta ora. Quindi se il presidente Lacota intende incontrarci o ad avere una collaborazione con noi basta che risponda affermativamente alla mia lettera del 6 novembre 2018 e ci troviamo e stabiliremo delle forme di collaborazione“.
Davide Fifaco