Foto archivio
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Nei due comunicati, il presidente Tremul -fondamentalmente- denuncia incongruenze e illogicità, ma fa emergere, con una punta ironica, alcune decisioni contradditorie che alla fine danno ragione alle carte fondanti dell’Unione italiana, basate sul principio di unitarietà e indivisibilità. Oltre che a registrare un ritardo nella trasmissione delle delibere (quella degli isolani arriva quasi 4 mesi dopo la riunione), l’esponente UI segnala il ruolo avuto da Jan Pulin e Gianfranco Kozlovič, rappresentanti dei due sodalizi nell’Assemblea dell’Unione italiana, sia nelle sedute dei due organismi, sia nell’incontro illegittimo del 9 gennaio scorso della Consulta capodistriana che ha portato – ricordiamo- alla nomina di un nuovo coordinatore. “Quali sono le motivazioni e gli intenti a partecipare a riunioni che sono in palese violazione degli atti interni dell’UI di Fiume e dell’UI di Capodistria”, chiede Tremul, legittimato dall’incarico che ricopre e in virtù del quale gli sono state inoltrate le delibere dei due sodalizi.

Commentando il sostegno, che in queste viene espresso, al lavoro della Consulta, Tremul dice che “si tratta di affermazioni di grande rilievo”, poiché dalle precedenti constatazioni si evince “che il pieno sostegno è espresso al lavoro della Consulta dal 19 agosto 1998 e fino al 27 marzo 2024”, e non invece alla riunione del 9 gennaio scorso che, aggiunge il presidente UI, “è del tutto illegale come comprova la decisione dei competenti organi amministrativi sloveni che hanno accolto i ricorsi avversi alla Delibera dell’Unità amministrativa di Capodistria, rinviando l’intera procedura all’autorità di prima istanza per essere rideterminata”.
Tremul definisce storica l’espressione “a favore dell’unitarietà dell’Unione italiana di Fiume quale associazione unitaria e di riferimento di tutte le CI di Slovenia e Croazia, nel rispetto delle leggi e norme vigenti nei due Stati”, che è contenuta nelle delibere dei due sodalizi, e ricorda che rispecchia il Memorandum d’intesa del ‘92. Da qui l’invito di farsi promotori di un’azione che porti il governo sloveno a firmare il documento e riconoscere la piena soggettività giuridica dell’UI anche in Slovenia. Tremul concorda con le sollecitazioni di modifica dei documenti fondanti dell’Unione espresse dalla “Dante” e da Crevatini, ma dice “che vanno elaborate in trasparenza e pluralità democratica, munite delle necessarie motivazioni e argomentazioni”.

Infine, oltre che a disapprovare il comportamento della Consulta capodistriana nei confronti delle escluse CI di Bertocchi e Ancarano, il presidente Tremul rileva una sorprendente coincidenza di contenuti e tempistica tra le due delibere ed i comunicati di altri sodalizi del territorio. (lpa)