Il presidente dell'Unione Italiana Maurizio Tremul ha detto di aver deciso di cogliere l'invito fattogli da alcuni a togliersi i "guanti bianchi", spiegando le ragioni della sua contrarietà alla proposta di modifica dell'emendamento dell'articolo 9 del Regolamento di procedura dell'Assemblea dell'Unione Italiana, che rivedrebbe lo status dell'Unione Italiana con sede a Capodistria.
"L'Unione Italiana Capodistria è lo strumento giuridico con cui l'Unione Italiana Fiume opera in Slovenia", ha ribadito Tremul anche in questa occasione. A rappresentarla perciò sono "le stesse persone, che vengono elette direttamente da tutti gli appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana in Slovenia e Croazia; con il fatto che, al fine di preservare una "rappresentanza unitaria", chi dei due è residente in Slovenia diventa coordinatore della UI capodistriana, mentre l'altro viene nominato vicecoordinatore". Modificare questo sistema, prevedendo la nomina di una terzo coordinatore, porterebbe, quindi, "alla divisione delle due Unioni".
"Qualcuno durante l'assemblea della Comunità degl italiani di Umago che si è tenuta qualche giorno fa", ha raccontato Tremul, "ha detto che si tratta di una proposta contra personam", ossia contro di lui; che, invece non intende trasformarla in una "una questione personale", ma solo "istituzionale", visto che "tra due anni e mezzo", ha dichiarato, "non si candiderà più".
Un'azione che sarebbe stata portata avanti secondo lui "con pochezza e mancanza di ponderatezza" da parte di 12 consiglieri dell'Assemblea, che si sarebbero fatti portatori di un'iniziativa che a suo parere non sarebbe "partita dal basso", ma "dal deputato al seggio specifico alla Camera di Stato slovena Felice Žiža", con una una serie di incontri, che Tremil dice esserci stati a partire dal mese di giugno, volti a coordinare questa azione con i consiglieri dell'Assemblea: "Io so che ci sono state queste riunioni, ci sono delle testimonianze e delle persone che le hanno confermate". Secondo Tremul, "ognuno può incontrare chi vuole", ma sempre "nel rispetto del proprio ruolo istituzionale"; poichè, come dimostrerebbe secondo lui l'omologo croato al seggio specifico Furio Radin da sempre rispettoso dell'"autonomia" e della "soggettività delle Comunità e della UI", ognuno deve "fare il mestiere per il quale si è candidato a fare".
Per perorare la sua causa Tremul ha, inoltre, presentato una serie di documenti del suo archivio personale che dimostrano l'impegno profuso dal Governo italiano negli anni Novanta per permettere la fondazione dell'Unione Italiana a Capodistria, oltre che alcuni pareri legali: "Abbiamo tre pareri, uno che dice che è inapplicabile e due che dicono invece che non esiste alcuna illegalità". Gli ultimi due, quindi, secondo Tremul farebbero cadere tutti gli argomenti sostenuti da coloro che chiedono la modifica dell'articolo, "nessuno dei quali è in possesso delle competenze richieste" per dirlo, visto che "tra di loro non ci sono nè legali nè avvocati".
In conclusione Maurizio Tremul ha detto di augurarsi che i consiglieri dell'Assemblea questo lunedì votino in base alla loro coscienza e che "non vengano fatte pressioni sulla Comunità" utilizzando “lo strumento dei soldi".
Barbara Costamagna