Foto: MMC RTV SLO/Foto: Ufficio per sloveni nel mondo
Foto: MMC RTV SLO/Foto: Ufficio per sloveni nel mondo

Nel corso della prima giornata dei lavori, l’esponente di Lubiana ha illustrato la posizione della Comunità nazionale slovena che vive nei paesi limitrofi e quella delle minoranze autoctone, italiana ed ungherese, in Slovenia. “Al di là del differente numero di appartenenti, delle varietà strutturali e del livello di tutela garantita sia le Comunità slovene in Italia, Austria, Croazia e Ungheria sia gli italiani ed ungheresi nel nostro paese si trovano ad affrontare due sfide identiche: quella del mantenimento della propria lingua e cultura e quella del costante calo demografico”, ha detto la Humar convinta che l’approccio migliore nel superamento dei problemi sia rappresentato dai meccanismi di cooperazione transfrontaliera. “Costituiscono lo strumento più efficace nella promozione della crescita economica e sociale, consentono uno scambio stabile di conoscenze, contenuti culturali e anche di quadri professionali, soprattutto di insegnanti e docenti”, ha affermato la segretaria di stato che ha quindi indicato il Gruppo europeo di cooperazione territoriale GECT GO, che opera come piattaforma per Gorizia e Nova Gorica capitale europea della cultura 2025, come uno degli esempi migliori di collaborazione transfrontaliere con inclusi i gruppi etnici. In questo contesto, la Humar si è soffermata pure sull’ Accordo bilaterale sloveno-ungherese sulla tutela e i diritti particolari delle due comunità, accordo che include un programma di sviluppo e sostegno finanziario indirizzato al rafforzamento economico della minoranza slovena nel Porabje e di quella ungherese nel Prekmurje. “Questi due esempi di buone prassi indicano chiaramente che una collaborazione transfrontaliera, adattata alle singole situazioni va a sostenere direttamente e ad arricchire le rispettive minoranze” ha detto ancora la rappresentante di Lubiana. Obiettivo della riunione di Budapest, alla quale prendono parte i rappresentanti di varie minoranze dei paesi UE, esperti ed esponenti istituzionali è proprio lo scambio di buone pratiche nella tutela dei gruppi etnici con particolare riferimento al rafforzamento dell’identità e al mantenimento della lingua.

(lpa)