Con 9 voti favorevoli ed uno contrario la Commissione nazionalità del Parlamento sloveno ha approvato - giovedì scorso - le modifiche alla Legge elettorale nella parte inerente all'elezione dei due deputati della comunità nazionale italiana ed ungherese. I cambiamenti prevedono tra l' altro la cassazione del sistema Borda e il passaggio al maggioritario. Al termine della riunione abbiamo sentito Felice Žiža soddisfatto del consenso ottenuto in sede di commissione.
Ecco sì, un’approvazione quasi unanime e sono contento che ciò sia avvenuto anche perché, per far passare le modifiche, abbiamo bisogno - in seduta plenaria- della maggioranza assoluta, ovvero dei due terzi di tutti i deputati e ciò significa 60 voti favorevoli su 90 deputati. Poi magari in aula ce ne potranno essere soltanto una settantina, ma sempre 60 dovranno votare per i cambiamenti. In sede di commissione nazionalità abbiamo ottenuto il consenso di quasi tutte le forze politiche che ci danno ragione dal giugno del 2019, ovvero da quando sono iniziati i primi dibattiti pubblici organizzati dal capo dello stato Borut Pahor. Su richiesta della Corte Costituzionale che aveva sentenziato la necessità di garantire un più diretto coinvolgimento dell’elettore nella scelta e nell’elezione dei parlamentari,egli aveva avviato le consultazioni per apportare - nel termine di due anni- i cambiamenti alla normativa in questione”.
Finora i tentativi di modifica alla Legge sull’elezione della Camera di Stato anche nella parte riguardante l’elezione dei due deputati della minoranza italiana e ungherese sono però falliti.
"A essere sincero non ho capito fino in fondo le ragioni e poi la storia è molto lunga e risale al 1992 quando era in fase di stesura la prima legge elettorale per le parlamentari. Già allora- per quanto riguarda l’elezione dei deputati minoritari- c’erano sul tavolo due le proposte: maggioritario e sistema Borda. La decisione finale è stata a favore di quest’ultimo. Assieme ai miei collaboratori professionali abbiamo controllato gli archivi ma non siamo riusciti a risalire alle ragioni. Poi un nulla di fatto si è verificato nel 2011 quando l’onorevole Roberto Battelli e il suo collega ungherese, per la prima volta, mettono in procedura parlamentare le proposte di modifiche che però si arenano fin dall’inizio e così succede pure nel 2012 e nel 2014. Tutte le volte, la riscrittura è stata respinta già in sede di commissioni o comitati e non è dunque mai arrivata in aula e in alcuni casi - va detto- c’erano difficoltà legate non alla parte riguardante alle minoranze bensì al testo di legge generale. Mi preme rilevare comunque che in tutte le occasioni, la CAN costiera aveva dato il suo parere positivo e favorevole alla cassazione del sistema Borda e l’introduzione del maggioritario nell’elezione dei deputati italiano ed ungherese".
Poi si arriva al 2020.
"Pure nel testo discusso in aula nel gennaio e quindi nel dicembre dello scorso anno errano inserite le modifiche che ora abbiamo presentato indipendentemente. Quando abbiamo visto che i cambiamenti alla Legge - per così dire generale- hanno ottenuto la prima volta 57 voti e la seconda 55 io ed il collega ungherese abbiamo deciso di avviare come deputati etnici le modifiche inerenti all’elezione per i seggi specifici che sono supportate dalle proposte della Commissione elettorale nazionale e da quelle del Tutore civico. Dopo il consenso della Commissione nazionalità quale sarà l’iter procedurale? Per l’11 di febbraio è convocato il Comitato per l’amministrazione pubblica, per gli affari interni e le attività sociali, famiglia e cosi via. Si tratta di un organismo unico che esamina le varie proposte di modifica alle Leggi. Se queste ottengono luce verde, si passa alla presentazione, discussione e al voto in seduta Plenaria che è stata convocata per il 16 febbraio. Dunque, tutto l’ iter potrebbe concludersi già nel corso della settimana".
Vogliamo ricordare perché il sistema Borda non va bene?
"Il suo grande difetto è di non essere chiaro agli elettori. Questi devono fare una graduatoria delle preferenze che va dall’uno al numero dei candidati in corsa per il seggio. Ad esempio se ce ne sono cinque, il nome al quale l’elettore assegna il primo posto e contrassegna con il numero uno riceverà un punteggio pari a cinque e via di seguito; il candidato contrassegnato dalla preferenza 5 otterrà invece un punto soltanto. Succede però molto spesso- e questo lo segnalano gli elettori- che al posto di assegnare un uno al candidato prescelto gli si prescrive - credendo di premiarlo - un cinque e così il candidato che si è voluto piazzare al primo posto passa all’ultimo. Allora poiché i connazionali dal 1992 lamentano complessità del sistema, difficoltà al momento del voto, errori involontari credo sia giunto il momento di cambiare".
C’è pero chi - e ne siamo stati testimoni in sede di commissione nazionalità - come la Levica/Sinistra o il presidente dell’ Unione Italiana, Maurizio Tremul sono contrari al maggioritario unico e propendono a quello a doppio turno.
"È dal 2019, ovvero da quando abbiamo iniziato i primi colloqui con il presidente Pahor, che la Levica ha abbracciato il maggioritario a doppio turno e anche il presidente UI, Tremul, lo ha fatto. Tutte le altre forze politiche dell’arco parlamentare sloveno, i deputati italiano ed ungherese, le Comunità autogestite Costiera della nazionalità italiana e del Pomurje per la nazionalità ungherese hanno espresso sempre parere favorevole al turno unico supportati anche dalle numerose argomentazioni che giustificano la scelta. Il maggioritario a turno unico è il sistema più usato in tutta Europa soprattutto li dove vanno eletti esponenti minoritari; è adottato pure per l’elezione delle nostre istituzioni, dai seggi specifici nei Consigli comunali ai Consigli delle CAN municipali, ed è inoltre il sistema di voto per l’Unione Italiana nonché per i seggi specifici al Sabor croato. Sempre turno unico".
Lionella Pausin Acquavita

Foto: Radio Capodistria
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