Gli scambi commerciali della Croazia con la Russia e l'Ucraina si possono definire a livelli modesti, tuttavia gli esportatori croati sono molto preoccupati per l'escalation del conflitto armato tra i due paesi. Come riporta la Televisione pubblica, la più colpita è sicuramente la casa farmaceutica Jadran Galenski Laboratorij di Fiume che partecipa nella misura del 25% all'export croato nei due paesi. "In Ucraina - afferma il direttore dell'azienda Mislav Vučić - "operano una sessantina di nostri dipendenti del cui destino siamo molto preoccupati. Al momento le forniture all'Ucraina sono bloccate mentre sono regolari quelle alla Russia". Il conservificio del pesce Sardina dell'Isola di Brazza e il colosso agroalimentare Podravka di Koprivnica per il momento hanno interrotto le loro esportazioni. La società AD Plastik di Solin, l'antica Salona, che produce componenti per l'industria automobilistica, gestisce due fabbriche in Ucraina. "Per il momento esse continuano a produrre" afferma la direzione "ma siamo molto preoccupati per gli sviluppi futuri". Per l'elettroindustria Končar i mercati russo e ucraino hanno un'importanza marginale, per cui gli effetti sul piano finanziario sono minimi. Il suo direttore Gordan Kolak però richiama l'attenzione sugli effetti secondari della crisi, ossia l'aumento del prezzo delle materie prime, gli scompensi nelle forniture e la pressione della concorrenza. Per il Ministro dell'economia e dello sviluppo sostenibile Tomislav Ćorić è troppo presto parlare di aiuto del governo. "Gli esportatori - dice - dovrebbero trovare canali di distribuzione e mercati alternativi".
Valmer Cusma
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