Foto: Reuters
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Le associazioni dei consumatori, con in testa la piattaformaPronto ispettore” che ha promosso l’iniziativa, sono ottimisti e prevedono una grande partecipazione alla protesta che è sostenuta pure dai mezzi d’informazione e da alcune personalità politiche. Tra quest’ultime figura - paradossalmente - pure il Ministro dell’economia Ante Šušnjar. “Venerdì mi asterrò dal fare acquisti”, ha dichiarato diventando subito meta delle critiche dell’opposizione che lo ha definito “cinico” e “in crisi identitaria” poiché dimentica di essere al governo, incaricato di risolvere in prima persona la questione. L’ottimismo dei consumatori e delle associazioni che li rappresentano non è però condiviso dagli esperti secondo i quali il sabotaggio dei negozi può avere risvolti psicologico-emotivi e simbolici ma nessuna influenza economica. “I cittadini acquistano per necessità e non per creare profitto ai commercianti”, dice Ljubo Jurčić, ex Ministro ed uno dei massimi esperti in economia del Paese, secondo il quale anche in caso di riuscita il boicottaggio - a livello mensile o annuale - non diminuirà la spesa del consumatore o il guadagno degli esercenti. Egli rileva che l’aumento dei prezzi e l’inflazione non possono venir ostacolati dai consumatori; lo può fare soltanto lo stato che deve intervenire sulla struttura del mercato per evitare l’oligopolio. “Produciamo un terzo del latte che consumiamo, idem con la carne di maiale; ormai importiamo tutto, sui prezzi di quei prodotti non possiamo influire e i guadagni vanno all’estero”, ha detto ancora Jurčić che, addossando tutte le responsabilità al governo e paragonando la situazione croata a quella slovena, ha aggiunto: “Lubiana ha sempre avuto un piano di sviluppo economico ed ha adottato l’euro preparata; inoltre lo Stato controlla in maniera invisibile- così come deve essere fatto - le catene alimentari che da noi invece hanno libero territorio di caccia.”

L.P.A.