Sono all’incirca 800 i profughi di guerra Ucraini riparati in Croazia e sistemati in strutture adeguate pronte per l’immediata accoglienza di 2 mila 700 persone. Si stanno comunque individuando altri luoghi adeguati a fornire asilo in questa prima ondata che - come spiegato dai vertici della Croce rossa - è formata principalmente da donne e bambini. Le autorità invitano istituzioni, enti autonomie locali ma anche la cittadinanza a mettere a disposizione capacità ricettive libere poiché si crede che il flusso migratorio aumenterà nei prossimi giorni. Il premier Plenković condividendo le valutazioni europee che prevedono l’arrivo di incirca 4 milioni di sfollati ha detto che almeno 20 mila persone potrebbero fermarsi in Croazia e a queste va garantita ospitalità. Zagabria è consapevole di essere un paese di transito ma è disposta ad accogliere tutti garantendo sicurezza e anche prospettiva di futuro tanto che è stato lanciato un appello a non trattare gli ucraini come profughi bensì da concittadini da integrare nella società. Anche perciò più che di strutture per una disposizione temporanea in campi, ostelli, alberghi si sta pensando a una sistemazione a lungo termine delle persone che decideranno di fermarsi nel paese spinti dalla vicinanza linguistica ma anche forse dalla presenza di una minoranza ucraina che numericamente non è consistente ma che comunque è molto viva e attiva. Pure nella Regione istriana l’accoglienza è organizzata dalla locale Croce rossa coadiuvata dalla Protezione civile regionale. “Il virus e la pandemia sono ormai in secondo piano, la situazione va tenuta sotto controllo ma in queste ore ci stiamo concentrando di più sull’accoglienza” ci ha detto stamattina Dino Kozlevac a capo dell’Unità di crisi specificando che tutto il sistema aiuti Ucraina è organizzato a livello nazionale. “Nella penisola hanno trovato finora alloggio all’incirca un centinaio di ucraini ma sono già pronte altre strutture ricettive” ha detto Kozlevac aggiungendo che la situazione è sotto controllo e che perciò non va alimentato un clima di allerta generale.
Lionella Pausin Acquavita