Se ai confini sloveno-croati del Dragogna oggi non si sono registrate grosse difficoltà tutt'altra la situazione in quelli più a nord quando al venerdì rientrano a casa per il fine settimana le persone che lavorano in Austria e Germania. Come riportato dal quotidiano Jutarnji list un viaggio di poche ore si è trasformato in un vero e proprio inferno con migliaia di persone bloccate e in attesa di essere registrate e ottenere il nullaosta delle autorità sanitarie croate. Per tutti- se cittadini croati- seguiranno quattordici giorni di autoisolamento se cittadini stranieri 14 giorni di quarantena. Da rilevare che da oggi anche la Bela Krajina slovena rientra nella lista croata delle così dette zone rosse e il transito viene limitato per i transfrontalieri. Ricordiamo che anche in quelle zone sono numerosi i croati che lavorano a Metlika o Črnomelj, e in generale c’è un costante via vai di cittadini che hanno case o parenti dall’ una o dall’ altra parte del confine.
In Istria sono invece più di mille i frontalieri in autoisolamento. Si tratta per lo più di istriani che lavorano in Italia e rientrati mercoledì sera quando è scattato il provvedimento delle certificazioni. Tutti come viene spiegato devono rimanere a casa cercando di evitare – qualora possibile- contatti con i famigliari. Le persone in autoisolamento possono venir controllate dalle forze dell’ordine ed eventuali inadempienze delle misure saranno sanzionate.
Per quanto riguarda i cittadini stranieri che hanno casa in Istria e arrivati prima che venissero adottati i provvedimenti restrittivi valgono i suggerimenti che vengono fatti alla popolazione locale e quindi rimanere a casa e non circolare -se non per urgenti necessità- onde prevenire l’espandersi del virus. Anche loro sono stati comunque registrati per tramite degli uffici turistici e potranno venir contattati se necessario, per l’ottenimento di ulteriori informazioni. “Responsabilità” comunque la parola d’ordine che vanno ripetendo le autorità istriane perché solo con giudizio e comportamenti sensati si riuscirà a far fronte all’emergenza.
Lionella Pausin Acquavita