Pagano le tasse all'estero dove sono emigrati ma per un motivo di comodità o convenienza continuano a curarsi in Croazia. In base ad alcune stime il numero di queste persone è di circa 330.000. L'attenzione sul fenomeno che sta comportando grossi esborsi alle finanze pubbliche viene richiamata dall' Associazione croata degli ambulatori convenzionati. Il problema nasce dal fatto che i cittadini traferitisi all'estero non si sono cancellati dalla lista degli assicurati presso l'Istituto nazionale di previdenza sanitaria. Pertanto succede molto spesso, che una persona paga le tasse e i contributi ad esempio in Germania e d'estate durante le ferie, viene a ripararsi i denti in patria, a spese dei contribuenti croati. Per il ministero della sanità il problema oltreché di natura finanziaria è anche morale. ''Abbiamo già avviato alcuni provvedimenti'' spiega il Ministro Milan Kujundžić, e anche a livello comunitario si passerà ai controlli in questo senso. A tale scopo il ministro annuncia l'imminente scambio elettronico dei dati sugli assicurati con cui si combatterà il fenomeno. Dal canto suo il direttore dell'Istituto di previdenza sanitaria Lucijan Vukelić annuncia la firma tra pochi giorni di un accordo con il Ministero degli Interni grazie al quale si verrà a conoscenza dell'elenco delle persone emigrate, che dunque non potranno più richiedere prestazioni medico sanitarie in patria.
Valmer Cusma