In Croazia a fine aprile-inizio maggio per 850.000 pensionati arriverà l’aggiunta Covid. Escluse 4 mila persone che - non avendo maturato gli anni di lavoro - ricevono un supporto mensile di 800 kune, poco più di cento euro. Stando ai dati dell’Istituto per l'assicurazione previdenziale sono esattamente 4.095 le persone che non avendo maturato il diritto di pensione intascano ogni mese dallo stato un assegno di 800 kune e seppur tra la fascia socialmente più debole, non rientrando nella categoria dei pensionati, saranno esclusi dall’una tantum che il governo ha deciso di stanziare ad altre 850.000 persone. Una manovra che prevede un esborso complessivo pari a 600 milioni di kune, 80 milioni di euro circa. Come spiegato dal premier Plenković si cerca di venire incontro alla categoria più disagiata della popolazione che ha subito un ulteriore colpo economico dalla pandemia. L’importo maggiore pari a 1.200 kune andrà a chi di pensione ne riceve soltanto 1.500, 200 euro circa e quindi a scalare aggiunte di 900, 600 e 400 kune sono previste per quelli con pensioni - si fa per dire - più alte ovvero 2 mila, 3 mila e 4 mila kune. Una decisione salutata naturalmente dai diretti interessati, ma che ha provocato una serie di giusti quesiti riguardanti la tempistica, ed in molti si chiedono come mai l’aggiunta arriverà proprio ad una quindicina di giorni dalle elezioni amministrative. Plenković respinge ogni addebito e dichiara che si tratta della decisione di un governo responsabile che dopo aver sostenuto tutti gli altri settori, dipendenti e datori di lavoro si rivolge ora ad una delle categorie socialmente più vulnerabili. In tanti sperano ora che nella categoria venga inclusa pure la fascia dei più poveri ovvero quelle 4 mila persone che vivono con 100 euro al mese.
Lionella Pausin Acquavita