Pubblicate sulla sua pagina internet, le precisazioni dell'Agenzia - che definisce "provocanti e confusionari" gli articoli apparsi in questi giorni sui mass media - intendono chiarire un'attività che viene portata avanti in tutti i paesi europei e non solo.
"Si tratta di regolari controlli incrociati che mettono a confronto i dati ricevuti tramite scambi internazionali" spiegano a Zagabria e aggiungono che il principio adottato è quello della worldwide taxation secondo il quale il reddito di una persona, ovunque esso prodotto, è tassato nello stato di residenza.
"Anche per una persona che lavora e vive da 30 anni all' estero se non vi ha rinunciato ufficialmente lo stato di residenza è lì dove ha i propri interessi, casa e famiglia in primis" si è sentito dire in questi giorni mentre l'Agenzia delle entrate precisa che - all'inizio dell’anno- proprio queste persone sono state invitate alla collaborazione volontaria e fornire i dati sui redditi percepiti fuori dai confini nazionali onde determinare eventuali pendenze nei confronti del fisco croato.
Secondo i dati forniti dall'ente tributario, vi avrebbero aderito all'incirca 20mila persone su oltre - ma questi sono dati ufficiosi- 300 mila e passa interessati. Va detto che l'Agenzia delle entrate non ha spiegato però la retroattività delle misure che secondo la stampa arriverebbero al 2015 e neppure le ingenti sanzioni pecuniarie per altro già recapitate ad alcune persone.
(lpa)