Oggi in Croazia inizia la raccolta di firme per l'indizione del referendum contro l'introduzione dell'euro. La sottoscrizione viene promossa dai Sovranisti croati contrari all'abolizione della valuta nazionale, la kuna. Le firme necessarie sono poco meno di 370.000. A partire da oggi in 300 punti del paese vengono raccolte le firme con cui chiedere l'indizione del referendum contro l'introduzione dell'euro, annunciata per il 1.mo gennaio 2023. Come precisato in una nota del Ministero della Giustizia e dell'Amministrazione, ne sono necessarie almeno 368.867, equivalenti al 10 percento degli elettori in Croazia, da raccogliere nell'arco di due settimane. Promotori della petizione il cui slogan e' "Tuteliamo la kuna croata", sono i Sovranisti croati appoggiati da schieramenti di destra. Sul tema del referendum il governo del Premier Plenković fa sapere che esso non e' necessario in quanto, come spiega, l'introduzione dell'euro e' contemplata nel contratto di adesione della Croazia all'Unione Europea avvenuta nel 2013. Dal canto loro i Sovranisti affermano che il paese non e' ancora pronto a compiere questo passo in quanto il suo Prodotto Interno Lordo e' al penultimo posto nell'Unione europea. "Peggio di noi" affermano "e' messa solo la Bulgaria mentre la Romania ci ha sorpassati. "E con l'euro", aggiungono, "il tenore di vita e' destinato a calare ulteriomente". A dire il vero anche illustri economisti sono piuttosto scettici. Ljubo Jurčić, uno dei piu' in vista, sostiene che si dovrebbero attendere almeno altri 10 anni. "Rinunciando alla valuta nazionale" dice "non avremo piu' in mano alcuno strumento di politica economica da usare per lo sviluppo del paese. Prima di entrare nell'Eurozona", conclude, "sono necessarie le riforme fiscale e monetaria che allo stato attuale sono la causa principale del tonfo della Croazia sul fondo dell'Unione europea".
Valmer Cusma