“Numeri che nei primi giorni della settimane sono in calo ma che comunque rimangono alti“ dice la stampa croata che parla di più di 7 mila e 500 infetti, 400 in meno di martedì scorso ma nel contempo 2 mila e 500 in più di 14 giorni fa. E oggi sono 158 i nuovi contagi registrati nella Regione istriana su 644 tamponi analizzati mentre all’Ospedale di Pola - dove sono in cura una sessantina di pazienti- è morta una persona anziana. 974 i positivi nella Contea litoraneo montana ovvero il 26 per cento circa dei quasi 3 mila 800 test processati. Tre persone sono morte mentre rimane stabile il numero degli ospedalizzati che sono 120.
Intanto nel paese fa discutere la decisione di fare eseguire i test rapidi pure negli ambulatori dei medici primari, quelli di famiglia. “Una disposizione dovuta al sempre più alto numero di persone positive e conseguente aumento di coloro che si devono sottoporre al tampone” ha spiegato il Ministro alla salute Vili Beroš respingendo le critiche che arrivano da alcune associazioni del settore. “Logico che le condizioni variano da ambulatorio ad ambulatorio ma è da qualche tempo che abbiamo invitato tutte le strutture che lo possono fare ad organizzarsi e garantire dei luoghi sicuri anche per queste operazioni” ha aggiunto Beroš, che però non e’riuscito a placare il malcontento dei medici di base, che continuano a lamentare poche informazioni e un sovraccarico di lavoro in strutture non adeguate alla situazione.
Lionella Pausin Acquavita