Pausa di riflessione, dunque, oggi in Croazia che domani sceglierà l’ottavo presidente dall’indipendenza in qua. Stando agli ultimi sondaggi, quasi certa una riconferma per l’attuale capo dello Stato, Zorn Milanović. Il divario registrato al primo turno è grande ed anche se tutti gli indecisi votassero per il controcandidato, Dragan Primorac riuscirebbe a ridurre lo svantaggio ma difficilmente a ribaltare l’esito finale. E ridurre questo svantaggio è l’imperativo dell’HDZ che, ricordiamo, sostiene Primorac poiché una differenza drastica come quella registrata il 29 dicembre intaccherebbe l’immagine del premier, Andrej Plenković. Da qui la mobilitazione del partito al governo che ha dimostrato grande impegno in queste ultime due settimane nella promozione di Primorac che, ricordiamo, inizialmente si era messo in corsa da indipendente e che anche dopo l’investitura partitica non è visto di buon occhio da molti accadizetiani. Due settimane nelle quali invece Milanović ha adottato la tattica del catenaccio italiano da lui stesso annunciata a fine anno ed interrotta soltanto nel primo ed unico confronto televisivo tra i due, martedì sera alla TV nazionale croata. Un dibattito che si è dimostrato sterile e al di sotto di ogni aspettativa, privo di idee e visioni e che si è via via trasformato in uno squalificante confronto personale. “Andate a votare e fate in modo che non sia Plenković a scegliere il presidente”, l’invito di Milanović agli elettori. “Votate per una Croazia saggia, istruita ed unita”, quello di Dragan Primorac.
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