Chiara la provenienza del velivolo che ha raggiunto Zagabria dalle zone di combattimento in Ucraina. Stamattina si è riunito con urgenza il Consiglio per la sicurezza nazionale da dove è arrivata la conferma che l'aeromobile precipitato nella zona zagabrese di Jarun è un velivolo militare arrivato da est, con una velocità di quasi mille chilometri all'ora e ad una quota di mille 300 metri. Il premier Plenković ha confermato che si tratta di un velivolo di fabbricazione russa ma di non poter sostenere per il momento se in dotazione alle forze di Mosca o a quelle ucraine. Il capo dello stato Zoran Milanović invece dopo una riunione con i vertici militari si è dichiarato preoccupato sulla sicurezza dello spazio aereo. "Impossibile che nessuno si sia accorto di un aereo che ha sorvolato per qualche minuto la Croazia e per una quarantina di minuti l' Ungheria" ha detto Milanović definendo la vicenda come un grave incidente. Già in mattinata l'esperto militare Robert Barić aveva stabilito che si tratta di un Tupolev 141 Strizh, un aeromobile da ricognizione e senza pilota, sviluppato una cinquantina di anni fa nell'allora Unione sovietica. "In dotazione all'armata rossa con la dissoluzione dell'URSS diversi esemplari sono finiti nelle aviazioni militari delle neonate repubbliche" ha spiegato l' analista. E mentre si cerca di capire le ragioni che hanno portato il drone a migliaia di chilometri di distanza dalle zone di guerra non mancano le più svariate teorie e speculazioni. Da quelle che - in mano ai soldati di Kiev- il velivolo avrebbe raggiunto la zona di Jarun scambiata per un omonimo luogo ucraino mentre per altre il drone in mano all'esercito russo sarebbe stato pilotato volutamente verso Zagabria come avvertimento per alcune decisioni croate che non piacerebbero a Mosca.
Lionella Pausin Acquavita