La municipalità di Fiume non ha perso tempo. Dopo la decisione approvata il 30 maggio scorso dal Consiglio cittadino di intitolare una piazza al leader storico degli autonomisti fiumani, Riccardo Zanella, si è
provveduto subito a realizzare la targa. E questa ora campeggia nel piazzale dinanzi al Palazzo del governo, che è ora intestato ufficialmente a colui che per un anno fu presidente dello Stato libero di Fiume.
Alla sessione del Consiglio municipale in cui era stata presa la decisione dal sapore storico di rendere il giusto omaggio a Riccardo Zanella, l'opposizione di centrodestra aveva fatto fuoco e fiamme, accusando addirittura il centrosinistra di aver tradito i valori dell'antifascismo. Ma tutto si è fermato lì, a quanto pare. A parte qualche uscita estemporanea successiva, nessuno ha cercato finora di frapporre ostacoli concreti all'attuazione della delibera approvata allora dai consiglieri con 19 voti a favore, uno astenuto e con l'opposizione fuori dall'aula. Le logiche della dialettica politica sono quelle che sono, però alla fin fine tutti sono consapevoli che, piaccia o no, gli autonomisti fanno parte della storia del capoluogo quarnerino e con le debite differenze locali, anche di gran parte dell'Adriatico orientale.
A Fiume Zanella è stato ed è un nome simbolo di quel movimento storico che per primo entrò di fatto in rotta di collisione con il fascismo, ma che fu avversato anche dal regime successivo, quello salito al potere nel 1945. Forse a qualcuno non piacerà il fatto che al leader autonomista sia stata intitolata proprio la piazza dinanzi al Palazzo in cui Gabriele D'Annunzio aveva preso sede, ma questo fa parte dei compromessi politici. Un altro dettaglio che sa di compromesso è la declinazione del nome di Riccardo Zanella al genitivo sulla targa, senza l'indicazione dello stesso al nominativo, con l'aggiunta di una spiegazione didascalica del ruolo storico del personaggio.
In ogni caso anche quanto conseguito finora è un segnale importante, frutto, inutile negarlo, del clima positivo che ha portato Fiume a fregiarsi del titolo di Capitale Europea della Cultura 2020. Un clima al quale hanno
contribuito sicuramente il dialogo e gli ottimi rapporti instaurati tra la municipalità, la minoranza italiana e gli esuli. (red)
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