In Croazia, sta destando sconcerto la morte di Radoje Petković, esponente della Comunità serba deceduto in seguito alle gravi ferite riportate nella selvaggia aggressione subita lo scorso 24 maggio a Viškovo, nel fiumano. Condoglianze alla famiglia sono pervenute da parte del premier croato Plenković che ha condannato simili atti di violenza e intolleranza rivolti contro appartenenti a gruppi etnici minoritari. “Adopereremo tutti i meccanismi dello stato di diritto per prevenire ed evitare il ripetersi di simili situazioni” ha affermato il capo del governo annunciando tolleranza zero verso ogni tipo di discriminazione e violenza.
Le parole di Plenković confermano senza mezzi termini quello che si sospettava ovvero che l’aggressione- che ha portato alla morte dell’imprenditore edile e membro del Partito Democratico Indipendente serbo- fosse motivata da intolleranza e odio etnico.
Sembra che la vittima non conoscesse nemmeno il suo aggressore, il quarantottenne Ilija Glavić smascherato dalle telecamere che hanno testimoniato la brutalità del pestaggio. Glavić -che è stato arrestato e ora dovrà rispondere dell’accusa di omicidio- risulta iscritto nella lista dei sospettati per crimini di guerra elaborata dalla Repubblica serba di Bosnia ed Erzegovina.
Preoccupata la Comunità serba in Croazia che da tempo denuncia un clima discriminatorio ed ostile nei confronti dei gruppi minoritari e specie di quello serbo. Lo confermerebbero pure gli incidenti di domenica a Supetar sull’ isola di Brazza, dove alcuni tifosi scalmanati che fanno riferimento alla Torcida, i sostenitori dell’Hajduk di Spalato, hanno preso di mira un gruppo di operai stagionali provenienti dalla Slavonia ma di nazionalità serba. (lpa)