La Questura istriana parla di 6, altre fonti di 7 e addirittura 8 malviventi arrestati mercoledì scorso dalla polizia confinaria di Buie, accusati di aver derubato un imprenditore italiano 31.enne titolare di un'attività economica a Pola. In base alla ricostruzione di diverse fonti, l'imprenditore era stato aggredito da 3 persone all'uscita di una banca nel rione di Siana, dopo aver ritirato l'importo di 195.000 euro. La borsa con i soldi era stata quindi consegnata a tre complici in attesa a bordo di una vettura che quindi si è diretta verso il confine con la Slovenia. Nell'auto c'erano due poliziotti italiani di stanza a Napoli e un carabiniere in servizio a Caserta che avevano tentato di varcare il valico di Castelvenere esibendo il tesserino. Ma sono stati fermati e arrestati dagli agenti della stazione di Buie in base alla segnalazione dell'imprenditore derubato e alla registrazione delle video camere di sorveglianza della banca nel frattempo diramate. L' operazione ha portato all'arresto di tutti i componenti del gruppo, che viaggiavano a bordo di tre automobili. La stampa croata afferma che sono tutti cittadini italiani di età compresa tra 35 e 46 anni finiti ieri sera nelle celle della Questura istriana. A questo punto viene da chiedersi "cosa ci facevano in Istria tre rappresentanti delle forze dell'ordine italiane?" Secondo la ricostruzione del quotidiano spalatino "Slobodna Dalmacija", le motivazioni sarebbero diverse. I tre, scrive il quotidiano, si trovavano in Croazia per scortare l'imprenditore italiano che dopo lo scioglimento di una società con sede in Istria, avrebbe voluto ritirare dal conto una forte somma di denaro. Però tutto sarebbe nato dalla diatriba tra i soci della ditta che di recente era riuscita a ottenere consistenti crediti. Secondo alcuni soci l'imprenditore derubato avrebbe illecitamente prelevato il denaro dal conto. Insomma, per il momento le informazioni sono contradditorie e ulteriori chiarimenti dovrebbero emergere nei prossimi giorni.
Valmer Cusma