La presidente croata rompe il silenzio e in un’intervista commenta le aggressioni contro appartenenti alla minoranza serba, le dichiarazioni di Milorad Pupovac e parla dei rapporti con Belgrado .
"Condanno ogni tipo di violenza, anche se deve essere chiaro che non possiamo qualificare come incidente etnico o atto di aggressione su base nazionale ogni episodio che vede coinvolti appartenenti ad etnie diverse" così la presidente croata sui raid contro cittadini di nazionalità serba nei pressi di Knin e su quelli registrati a Fiume ed in altre località del paese. "Le istituzioni preposte sono state efficienti nelle indagini e visto che l’inchiesta è ancora in corso, non vorrei fare altri commenti" ha detto ancora la Grabar Kitarović, etichettando come "irresponsabili e pericolosi" quelli fatti da alcuni politici che, senza tener conto dei fatti, rischiano di provocare una spirale di violenza e intolleranza.
Quantomeno maleducate e sconsiderate - per il capo dello stato - le dichiarazioni del leader della Comunità serba in Croazia, Milorad Pupovac che aveva paragonato il paese all'NDH, lo stato indipendente ustascia definendolo fattore d’instabilità nell’area dell’ex Jugoslavia. "Deve rendersi conto che è un deputato del Sabor che rappresenta la componente serba in Croazia e dunque cittadini che hanno per capitale Zagabria e non Belgrado" ha affermato la Grabar Kitarović.
Per quanto riguarda la Serbia "svelare i contenuti di un incontro a quattrocchi è inappropriato" ha detto la presidente croata affermando che quella di Aleksandar Vučić di non usare più il termine "aggressione grande-serba" è stata non una richiesta bensì una preghiera. "Non abbiamo intenzione di ascoltare le lezioni di chi non ha fatto ancora i conti con la propria storia e dunque di uno stato che non riconosce l’aggressione, i crimini di guerra compiuti, il genocidio e che nasconde i dati dei difensori e dei civili croati scomparsi, di un paese che sta riabilitando il regime cetnico" ha detto la Grabar Kitarović aggiungendo "per noi rimane prioritaria la stabilità dei rapporti con Belgrado, dobbiamo essere responsabili e non reagire alle provocazioni per il bene dei serbi in Croazia e dei croati in Serbia".
Tra gli altri argomenti dell’intervista esclusiva rilasciata dalla Grabar Kitarović alla HTV, la televisione nazionale croata, la sua ricandidatura alla presidenza del paese che è stata annunciata, ma non ufficializzata. "Ringrazio l'HDZ per il sostegno che mi sta dando e ringrazio tutti i miei sostenitori, ci sono ancora alcuni dettagli da definire ma la mia candidatura è sicura perché voglio mettere a disposizione del paese la mia esperienza e proseguire per i prossimi cinque anni nell’attuazione del mio programma di crescita e modernizzazione" ha concluso.
Lionella Pausin Acquavita