Veniva annunciato come rivolta o ammutinamento quello dei ristoratori della Croazia, per l’intenzione di riaprire bar e ristoranti il 1.mo febbraio, violando così il decreto di chiusura quale misura anti Covid emesso dal governo. Un passo, come avevano spiegato, dettato da motivi esistenziali. E invece nelle ultime ore ci hanno ripensato, almeno la stragrande maggioranza di essi, per paura di ripercussioni. Tra queste ammende pecuniarie fino a 9.300 euro e il blocco dell’attività fino a 30 giorni. La notizia del rientro della protesta è stata confermata all’agenzia HINA dal presidente dell’associazione dei ristoratori di Zagabria Franz Letica. Non si esclude comunque l’apertura isolata di qualche locale. Già in partenza i ristoratori istriani si erano dissociati dall’ iniziativa a livello nazionale cui avevano aderito 5.000 titolari di locali. Ora la categoria attende con speranza il 15 febbraio, quando scadranno le restrizioni. Intanto sul fronte dei contagi, nelle ultime 24 ore nel paese se ne sono avuti 336 per cui i casi attivi ora sono 2923. Sono 113 i pazienti ricoverati attaccati al respiratore. I nuovi decessi sono 29, pertanto supera quota 5.000 il numero complessivo dall’inizio della pandemia. Nella regione litoraneo montana 41 nuovi contagi, 83 pazienti guariti e il numero dei casi attivi è sceso cosi a 566 e nessun decesso. In Istria sempre numeri minimi. Un solo contagio nelle ultime 24 ore su 298 tamponi e 10 guariti. Sono 22 i pazienti covid ricoverati all’Ospedale di Pola.


Valmer Cusma

Foto: MMC RTV SLO
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