Continua il percorso dell’Unione italiana verso la riforma dello Statuto. La serie di assemblee con le comunità degli italiani, voluta dai vertici dell’organizzazione per valutare proposte e idee da parte degli iscritti, è giunta a Parenzo.
Nella sede della Comunità degli italiani, il Presidente dell’Unione italiana Maurizio Tremul ha ripercorso la strada intrapresa per varare la riforma dello statuto: un’operazione, ha detto, che l’attuale dirigenza intende completare in tempi rapidi per arrivare a un’Unione italiana più vicina agli iscritti e al servizio degli italiani di Slovenia e Croazia.
Come successo in altre occasioni, l’attenzione dei presenti si è concentrata, oltre che sulla riforma in senso stretto, anche sulle necessità del territorio, che in ogni caso hanno fornito spunti da inserire nella bozza di riforma.
“Si tratta di temi - afferma Maurizio Tremul - che non erano emersi negli altri incontri, almeno meno non con questa intensità, legati alla necessità della tutela dell’istroveneto nelle scuole, nelle comunità, con la richiesta d’inserirlo in qualche modo anche nello stesso statuto dell'Unione italiana. Mi sembra effettivamente un tema di grande rilevanza, anche alla luce della registrazione dell’istroveneto in Slovenia e della prossima, spero, registrazione anche in Croazia.”
“Abbiamo poi affrontato anche il tema della religione e della necessità di far sì che vi siano funzioni religiose in lingua italiana, un altro tema che finora non era emerso in questo modo, a dimostrazione che c'è anche un attaccamento a livello spirituale dei connazionali. È stata posta anche la questione di inserire nello Statuto l’allargamento del raggio d'azione dell’Unione alle repubbliche della ex Jugoslavia”.
“Stanno emergendo dei temi importanti, - spiega -, a cui si è aggiunta poi una proposta, fra l’altro avanzata da una persona non più giovanissima, sull'utilizzo delle nuove tecnologie media e dell'informatica per far avere informazioni immediate e aggiornate a tutti i connazionali sulle attività che l'Unione e le comunità degli italiani fanno: è una richiesta che si può studiare, e che dimostra la volontà degli iscritti di essere informati, e collegati all'Unione italiana anche attraverso le nuove tecnologie”.
Il confronto avrebbe dovuto terminare entro settembre, ma l’Unione ha deciso di allungare un po’ i tempi per dare a tutti la possibilità di esprimersi. “Il 27 siamo a Capodistria per le comunità del Capodistriano, il 30 siamo a Dignano, il 2 ottobre a Rovigno, poi il 9 ottobre a Pola, l'11 a Gallesano, - dice Tremul - e spero che si riescano a mettere in mezzo anche un appuntamento a Pirano, stiamo attendendo una risposta, e nell'altra parte del buiese, Verteneglio, Villanova e Cittanova. Ci stiamo in ogni caso avviando alla conclusione: credo che emerga la volontà dei connazionali non essere parte passiva negli incontri, ma di partecipare. Vogliono essere ascoltati, vogliono dire la loro, porre i problemi e chiedere all'Unione italiana, verso cui comunque viene espressa una grande fiducia, questa è la percezione che io ho, che si faccia interprete di questi problemi. C’è la volontà di parlare, di fare in modo che siano recepiti loro bisogni e necessità, e che si possa darne attuazione: questo è forse il più punto comune più importante”.
“Poi – conclude -, ci sono dei temi legati alla maggiore attività politica che dobbiamo fare, all'attenzione alla lingua, alle scuole, ai rapporti più in generale tra noi e verso gli altri, sempre però con questa volontà di potersi esprimere, anche perché cerchiamo di fare in modo che questi dibattiti siano molto rilassati, molto tranquilli, in modo da far sì che le persone si possano esprimere. Quando dai la possibilità alle persone di parlare, si aprono e ti aprono il loro cuore, ti raccontano loro sogni e i loro progetti: sogni e progetti che noi dobbiamo concretizzare”.
Alessandro Martegani