Costruito nel 2008 per le necessità del Campionato del mondo di pallamano, il palasport Arena di Zagabria della capienza di 15.000 spettatori è diventato ospedale Covid. I primi 19 pazienti hanno già preso sistemazione, rimarranno qui sotto osservazione per alcuni giorni dopo le cure ricevute all’ospedale di Dubrava e alla Clinica per le malattie infettive. Una ventina di militari dell’esercito croato offrono sostegno logistico. Uno scenario simile potrebbe prospettarsi per il Palasport di Tersatto a Fiume, in caso di necessità. Per l’impennata dei contagi che nei giorni scorsi avevano superato quota 4.000 pesanti accuse vengono mosse al governo e alla Protezione civile nazionale per non aver fatto rispettare alla lettera le misure restrittive in varie occasioni. Innanzitutto, alla commemorazione della caduta di Vukovar il 18 novembre scorso dove i partecipanti erano poco meno di 10.000 rispetto ai 500 consentiti. E si è visto che proprio in quell’area si assiste all’impennata dei contagi. E poi ci sarebbe sempre stato un trattamento di riguarda per le funzioni religiose. Dal canto suo il Direttore dell’Istituto nazionale per la salute pubblica Krunoslav Capak annuncia multe da 100 a 200 euro per chi non userà la mascherina sui mezzi di trasporto pubblico e nei luoghi chiusi. Dunque, per la prima volta dallo scoppio della pandemia, scatteranno sanzioni per chi non rispetterà le regole. Sul piano economico, la pandemia sta presentando un conto salato. Il prodotto interno lordo cala del 10 percento su base annua, come dicono le prime stime relative al terzo quadrimestre del 2020. Una flessione tra le più marcate nell’ Unione europea che ribadisce uno dei mali maggiori dell’economia croata: quello di fare quasi totale affidamento sul turismo dimostratosi fragilissimo in situazioni di emergenza.
Valmer Cusma