Un aggiornamento del codice penale che dovrebbe trovarsi sui banchi parlamentari a fine maggio ed elaborato dalla coalizione governativa in seguito all’iniziativa avviata qualche mese fa dal presidente della comunità ebraica di Zagabria, Ognjen Kraus. In pratica si propone l’aggiunta di alcuni capitoli all’articolo 325 della normativa in questione e con i quali sono messi al bando e sanzionati l’uso, la divulgazione, la produzione e distribuzione di simboli che hanno caratterizzato il regime fascista, ustascia e cetnico. A seconda della trasgressione, sono previste pene che vanno da sei mesi a cinque anni di carcere e includono tutte le categorie: dai singoli cittadini, agli enti ed associazioni, dai mezzi d’informazione ai media elettronici e fino alle reti sociali per arrivare a chi produce e vende materiale che inneggia simboli, parole, gesti, slogan, saluti che hanno caratterizzato il regime di Ante Pavelić. C’è un'unica eccezione che permette l’uso di simile materiale solo ed esclusivamente per motivi di educazione, studio e ricerca.
Ricordiamo che ad inizio anno Ognjen Kraus aveva organizzato una serie di incontri per presentare la sua iniziativa e sensibilizzare tutte le forze politiche e alla quale avevano preso parte tutti i partiti dell’arco parlamentare con quelli di centro sinistra pronti ad abbracciare la causa, fatta proprio però anche dal HDZ del premier Andrej Plenković che ora - e proprio in concomitanza con una importante tornata elettorale - propone al Sabor di decretare fuori legge pure lo slogan “Za dom spremni” – “Per la Patria pronti”.
Lionella Pausin Acquavita