Il Parlamento di Zagabria ha approvato all'unanimità la delibera sulla proclamazione della Zona Economica Esclusiva nell'Adriatico. È stato accolto anche l'emendamento in base al quale la decisione entrerà in vigore dopo otto giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Rispetto all'attuale Zona ittico-ecologica protetta, proclamata nel 2003, la Zona Economica Esclusiva garantisce alla Croazia due nuovi diritti: la possibilità di costruire isole artificiali e di utilizzare l'energia del mare, del vento e delle correnti. Sul fronte della pesca nulla dovrebbe cambiare, in quanto rimarranno in vigore le norme comunitarie. Zagabria si è decisa a compiere questo passo di comune accordo con l'Italia la quale sta pure predisponendo la normativa sulla sua Zona Economica Esclusiva.
Anche se la delibera è stata accolta all'unanimità non sono mancate critiche in particolare da parte della destra sovranista, ma pure della sinistra, sulla reale portata della Zona Economica Esclusiva. L'appunto di fondo è che i pescherecci italiani continueranno a gettare le reti in gran parte dell'Adriatico come finora. Per contrastare simili tesi durante il dibattito in aula gli esponenti della maggioranza hanno sottolineato l'importanza di agire di concerto con Roma, in quanto l'Adriatico è un mare semichiuso e pertanto può essere protetto soltanto congiuntamente. Il grosso delle forze politiche comunque ha capito l'importanza di evitare azioni unilaterali nell'Adriatico e nessuno ha avuto da ridire sull'inclusione della Slovenia nel dialogo tra le sponde del mare comune.
Dario Saftich - La Voce del popolo