Com'era ampiamente nelle previsioni il Parlamento di Zagabria ha accolto a larga maggioranza la legge di ratifica della Convenzione di Istanbul sulla lotta alla violenza contro le donne. Il documento è stato approvato con 110 voti a favore, 30 contrari e due astenuti. Ma quello che conta dall'ottica squisitamente politica è il fatto che fra i trenta suffragi contrari vi siano stati quelli di 14 deputati dell'Accadizeta, il partito del premier Andrej Plenković. Appare evidente quindi la spaccatura tra le file del centrodestra, in quanto tra i dissidenti che si sono opposti alla Convenzione di istanbul figurano nomi di spicco dell'Accadizeta quali il vicepresidente Milijan Brkić e il segretario politico Davor Ivo Stier. Il segnale politico per Plenković dunque è chiaro: c'è un'ampia frangia di destra del suo partito che non tollera quella che considera una svolta a sinistra del governo. Il voto al Sabor comunque ha confermato che la Convenzione di istanbul, con i valori che essa rappresenta, gode di un ampio consenso nell'ambito del panorama politico croato. Al Parlamento di Zagabria c'è stato anche un importante segnale positivo per la coalizione di governo. Con 76 voti, ossia il minimo indispensabile, è stata bocciata la mozione di sfiducia presentata dall'opposizione nei confronti della vicepremier Martina Dalić, a causa degli strascichi legati allo scandalo Agrokor. La maggioranza di governo, quindi, va avanti, seppure con il fiatone.
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