Dopo il record di contagiati dell'aggiornamento di ieri pari a 1.131, oggi la curva in Croazia è in lieve flessione però si rimane a livelli preoccupanti. Precisamente 1.096 altri contagiati per cui i casi attivi salgono a 4.844 di cui 530 ricoverati e 28 in terapia intensiva. Per la prima volta dall'inizio della pandemia, i decessi sono in doppia cifra, 10 per l'esattezza, mentre un altro record sono i 387 casi positivi a Zagabria. Nella capitale il virus è penetrato nella clinica per malattie tumorali dell’ospedale delle Sorelle misericordiose infettano le infermiere, i medici e i pazienti dei reparti di chirurgia addominale e di otorinolaringoiatria. Sempre a Zagabria, il virus si diffonde sempre più nelle scuole elementari e medie superiori. Nella Regione litoraneo-montana la situazione si può definire stabile: 31 nuovi contagiati, uno in meno rispetto a ieri. Sono 12 i pazienti ricoverati di cui uno attaccato al respiratore. E dopo una lunga parentesi l'Istria torna in doppia cifra, con 13 contagi nelle ultime 24 ore. In cinque casi si tratta di contagi in ambito familiare, altre cinque persone sono risultate positive al rientro dall'Italia, Zagabria e Fiume. Per le rimanenti tre sono in corso gli accertamenti. Il sindaco di Pola, Boris Miletić, è in autoisolamento domiciliare per esser venuto a contatto di un contagiato mentre il comandante della Protezione civile regionale, Dino Kozlevac, sconsiglia agli istriani di prepararsi per le abituali vacanze sulla neve, che lo scorso inverno si erano rivelate focolai di contagio. Rimanendo a Pola, l’ospedale della Marina viene predisposto al ricovero di pazienti Covid-19 nel caso la situazione dovesse peggiorare anche in Istria che comunque rimane oasi verde.


Valmer Cusma

Foto: EPA
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