“La graduale ripresa delle attività con l’allentamento delle misure anti coronavirus è sì una boccata di ossigeno che evita la catastrofe, ma si è ancora lontani dalla salvezza” dicono gli esperti in macroeconomia secondo i quali ci vorranno anni per risanare l’attuale situazione economica, naturalmente condizione epidemiologica permettendo. Ci sono settori che segnalano un recupero come quello delle piccole aziende agroalimentari e delle microimprese in genere che -sebbene incomparabili con comparti come il turismo- impiegano comunque all’ incirca 100 mila persone. Una cifra inferiore però addirittura al numero di disoccupati segnalati a fine aprile: 159 mila, quasi 28 mila in più di quelli registrati nello stesso periodo dell’ anno scorso quando si stava entrando in una stagione turistica sicura. Solo nell’aprile 2019 erano più di 27 mila le persone che dalle liste di collocamento avevano trovato un impiego legato alla stagione estiva; nell’aprile 2020 sono invece solo 424. Stando ai dati dell’Ufficio imposte- paragonando gli stessi periodi- il numero delle fatture fiscali si sarebbe ridotto del 48 per cento, mentre l’importo complessivo delle stesse sarebbe diminuito di un 35 per cento, ma anche qui le percentuali si differenziano a seconda del settore. Per le attività commerciali la diminuzione è rispettivamente del 33 e del 22 per cento mentre per quello relativo alle capacità ricettive e di ristorazione si registra un calo del 93 per cento sia nella fatturazione che negli importi. “Si è ai livelli del 1991 quando stava per iniziare il conflitto e la Guerra patriottica” dicono gli esperti confermando le previsioni di una riduzione -per l’anno in corso- del 9 per cento del Prodotto interno lordo visto che la perdita mensile causata da totale lockdown è calcolabile in 12 miliardi di kune, un miliardo e mezzo di euro circa.
Lionella Pausin Acquavita