"Le scuole operano su modello A, B o C a seconda della situazione epidemiologica del rispettivo territorio. Ci sono alcune Unità di crisi regionali che avrebbero voluto introdurre il modello C ovvero quello che prevede le lezioni a distanza ma siamo riusciti a convincerli a rivedere decisioni frettolose e azzardate in quanto reputiamo che per il momento ci sono ancora le condizioni per mantenere il corso tradizionale ovvero tutti gli alunni e studenti nei banchi di scuola". Questa la risposta del ministro all'istruzione Fuchs, alle sempre più frequenti voci su una nuova chiusura, a partire da novembre, di asili e scuole. "Prima di passare alla didattica online c'e' tutta una serie di altri provvedimenti per far fronte all'espandersi della pandemia tra i banchi di scuola" ha detto Fuchs riferendosi al modello B che prevede - ricordiamo - la suddivisione a gruppi e cicli alternati di lezioni in classe e lezioni in rete. "La chiusura delle scuole è la peggiore e ultima alternativa che adotteremo solo in caso di estrema necessità" ha fatto capire Fuchs che potrebbe però rivedere le decisioni sull'uso extra-scolastico delle palestre. "Ne abbiamo permesso l'utilizzo quando il quadro epidemiologico stava migliorando, ma ora non è più così" ha detto il ministro aggiungendo che per il momento le scuole non sono focolai del virus e che i casi registrati arrivano da fuori. Secondo i dati a disposizione, in Croazia sono positivi 367 operatori scolastici e quasi 1200 ragazzi, 129 dei quali hanno meno di 6 anni mentre 1063 ne hanno tra i 7 e i 19. In regime d'isolamento ci sono invece più di 600 docenti e mille 600 alunni. (lpa)
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