“Capisco la preoccupazione degli esponenti della minoranza serba ma non possiamo parlare di un clima di intolleranza nei confronti dei gruppi etnici in Croazia”. Così il premier Plenković in seguito al colloquio avuto con il leader della comunità serba, Milorad Pupovac. “ Io, come del resto tutto l’ esecutivo, condanno fermamente ogni atto di violenza e tutti gli incidenti registrati in questi ultimi giorni ma respingo fermamente ogni accusa di responsabilità in quanto è da tre anni che siamo impegnati a creare una società che tutela le minoranze e nella quale ogni singolo cittadino deve sentirsi sicuro e a suo agio” ha detto il capo del governo croato ribadendo la convinzione che i deputati delle minoranze al Sabor devono far parte della maggioranza parlamentare.
Una posizione quest’ ultima che va a rispondere alle richieste avanzate da più parti, non ultima quella della HVIDRA, l’Associazione degli invalidi della guerra patriottica che esigono pubbliche scuse da parte di Pupovac. In caso contrario chiedono a Plenković di rompere la coalizione con il Partito democratico indipendente serbo definendo imperdonabili le dichiarazioni dell’esponente minoritario che in un’intervista – seguita ai raid di un gruppo di teppisti al bar ristorante serbo nei pressi di Knin- aveva definito la Croazia “fattore di instabilità nei Balcani paragonandola all’ NDH, lo stato indipendente ustascia.
Ieri, saltata all’ ultimo momento un’annunciata conferenza stampa di Pupovac e degli altri due parlamentari serbi, il club dei deputati del SDSS si è fatto vivo con un comunicato nel quale si manifesta soddisfazione per l’efficacia dimostrata dalle forze di polizia nell’ individuazione degli aggressori di Knin ma si esprime anche grande preoccupazione per la campagna denigratoria che gran parte dei media hanno adottato nei confronti delle vittime e di quanti si sono messi in loro difesa. Da qui l’appello a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’ importanza della lotta contro quanti fomentano odio e violenza.
Un invito -quest’ ultimo-sostenuto pure dal vicepresidente del Sabor e rappresentante della Comunità nazionale italiana, Furio Radin che però si è distanziato dalle dichiarazioni di Pupovac. “Non avrei usato quelle parole che però vanno inserite nel contesto in cui sono state espresse ed il contesto ci dice che nei confronti di appartenenti alla comunità serba è stata fatta violenza” ha affermato tra l’altro Radin aggiungendo che “il paese ha bisogno di stabilità e per raggiungerla ci devono essere un governo e un Parlamento stabili”.
Ricordiamo infine che oltre ai fatti di Knin sono state registrate in questi ultimi giorni anche altre aggressioni a sfondo etnico. Ha fatto scalpore quella di Viškovo nei pressi di Fiume, vittima un settantenne di nazionalità serba e sta facendo parlare pure l’ultima avvenuta a Valbandon, nei pressi di Pola dove sempre a causa di un parcheggio si sarebbero azzuffati un croato del luogo ed il suo vicino serbo.
Lionella Pausin Acquavita